
Titolo originale: Jukgeona hokeun nabbeugeona
Paese di produzione: Corea del Sud
Anno: 2000
Durata: 95 min.
Genere: Drammatico, Thriller
Regia: Seung-wan Ryoo
Lo studente Sung-Bin uccide casualmente Hyeon-Su, incontrato in una sala da biliardo. Dopo aver scontato una condanna a sette anni ritorna in libertà, ma non riesce a reinserirsi nella società e diventa membro di una gang criminale. Nel frattempo, il suo amico Seok-Hwan è diventato poliziotto e si accorge che suo fratello minore è attratto dalla figura di Sung-Bin e dalle sue scelte di vita. Decide allora di affrontare il suo ex amico per una definitiva resa dei conti.
Esordio alla regia di Ryoo Seung-wan, il film sembra contenere in nuce molti degli elementi che caratterizzeranno lo stile e la poetica del regista coreano. Anche se potrebbe apparire ancora acerbo (se paragonato alle prove successive di Ryoo), Die Bad ha una sincerità di fondo e una forza espressiva non comuni per un esordiente, soprattutto se si considera la scansione del film (a episodi) e la volontà di dare alla narrazione una cornice di genere (il gangster-movie), seppur abbozzata. Tuttavia è già ben delineato il sentimento di Ryoo verso suoi personaggi, che si muovono ai margini di una società ottusamente “darwiniana”, dove l’obbligo dell’eccellenza e il mito del denaro dettano feroci regole a un’umanità sempre più sola, incattivita e priva di ogni speranza per il futuro. Sentimenti come la violenza, la sopraffazione, la vendetta diventano così l’unico strumento per uscire fuori da una stagnante condizione di torpore esistenziale.
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