Titolo originale: The Pervert’s Guide to Cinema.
Paese di produzione: UK, Austria; Paesi Bassi.
Anno: 2012
Durata: 150 min.
Genere: Documentario
Regia: Sophie Fiennes
Un viaggio attraverso alcuni tra i più grandi film mai realizzati in compagnia del carismatico Slavoj Zizek, filosofo e psicoanalista.
SLAVOJ ZIZEK RENDE UN PIÙ CHE ORIGINALE OMAGGIO ALLA MAGIA DELLA SETTIMA ARTE..
Slavoj Zizek, psiconalista e filosofo, espone con abbondanza di citazioni la sua visione del cinema considerato come un’arte che piuttosto che soddisfare i desideri suggerisce come desiderare La ritiene comunque un’arte indispensabile per mostrarci ciò che talvolta celiamo nel profondo.
Psyco, Eyes Wide Shut, Gli uccelli, Blue Velvet, Il grande dittatore, L’esorcista. Solaris, Ivan il Terribile sono solo alcuni dei numerosissimi film a cui Zizek fa riferimento in questo percorso in cui applica la psicoanalisi al cinema. Anche se talvolta si ha l’impressione che si stia compiendo qualche forzatura, indirizzando la lettura delle immagini verso una tesi precostituita, nel suo complesso questa ‘guida’ molto particolare si rivela come un percorso di riflessione decisamente stimolante e coinvolgente. Se il cinema di Hitchcock e quello di Lynch costituiscono due poli di attrazione a cui Zizek finisce spesso per ritornare, la sua lettura diviene particolarmente brillante quando va oltre le situazioni per attribuire a spazi e personaggi valenze a cui pochi avevano pensato prima. Ecco così che in Psyco rilegge i tre livelli dell’abitazione di Norman Bates (piano terra/primo piano/cantina) come gli spazi dell’Io, del Super Io e dell’Inconscio. Ancor più affascinante è l’interpretazione delle funzioni dei fratelli Marx. Se Groucho è il Super Io, Chico è l’IO e Harpo l’inconscio. Passando dal ruolo delle figure paterne e materne a quello della sessualità in cui la fantasia del maschio soccombe rispetto a quella femminile, giunge a chiedersi come il cinema ai suoi più alti livelli riesca a rendere esplicita la finzione conservando comunque l’attenzione e la partecipazione degli spettatori. È la magia della settima arte a cui Zizek rende un più che originale omaggio.
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