JULIEN DONKEY-BOY [SubITA]

Titolo originale: Julien Donkey-Boy
Nazionalità: USA
Anno: 1999
Genere: Drammatico
Durata: 94 min.
Regia: Harmony Korine

La storia di Julien, ragazzo schizofrenico che lavora in una per non vedenti, e della sua famiglia, composta da Pearl, la sorella incinta con una particolare passione per l’arpa, Chris, il fratello sportivo asfissiato dal padre che vuole vederlo crescere come un vincente e lo stesso padre nevrotico e ossessivo.

Julien Donkey Boy è il primo film dogma 95 non europeo, secondo lungometraggio di Harmony Korine, qui venticinquenne, che si era già notevolmente distinto con la sua opera prima, Gummo. A distanza di due anni ritorna dietro la macchina da presa. In questo caso la trama segue soltanto una situazione, a differenza della pellicola precedente, che analizzava diverse storie che si svolgevano in una cittadina. Anche qui la vicenda è frammentaria e non segue una linea ben precisa, tendendo a creare strane circostanze senza un preciso senso.

Julien Donkey Boy è un film che parla di schizofrenia e freaks come pochi (o forse nessuno) sono stati in grado di fare. Non ci viene presentata con la classica alienazione da parte del regista, ma veniamo proprio invitati ad assorbire questo mondo malsano e degradato, che ci appare come un qualcosa di orribile, ma dove le emozioni non si celano dietro una maschera e non esiste l’ipocrisia di tutti i giorni. Un mondo di persone capaci di provare sentimenti reali.

Impressionante la di Ewen Bremner, nei panni di Julien, altrettanto quella di Werner Herzog nel ruolo del padre senza tralasciare Chloe Sevigny nelle vesti di Pearl. Come era già successo per Gummo, anche questo film ha spaccato in due le opinioni del pubblico. Certo è che le opere di Korine o si amano o si odiano, non esistono mezze misure. Io rimango dell’idea che Harmony sia uno dei registi più sperimentali degli ultimi anni: riesce a mostrarci cose senza un apparente senso morale, ma talmente particolari dal punto di vista visivo da diventare vere e proprie opere d’arte. Opere pessimistiche che ci mostrano qualcosa che non vogliamo accettare, ma che esiste.

Assolutamente da vedere.

Recensione: splattercontainer.com

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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