THE STRANGERS [SubITA]

Titolo originale: The Strangers
Nazionalità: USA
Anno: 2008
Genere: Horror, Thriller
Durata: 81 min. [versione censurata] 84 min. [versione integrale]
Regia: Bryan Bertino

Scrivo nel della mia camera. Il foglio di word è un alone sul muro alle mie spalle, nella stanza accanto mio padre dorme bofonchiando di tanto in tanto perso in chissà quale labirinto onirico. Sento un rumore e mi volto in direzione della porta. Questo “tac” sembra aver risucchiato il silenzio che permea la casa. Accendo la luce, non si sa mai…

Se un thriller fa questo effetto ci sono pochi cazzi: ha fatto il suo dovere, punto. Partendo dal presupposto che The Strangers ha dei difetti (il solito divario in termini di “agire” tra i buoni e cattivi: i primi sembrano dei dementi, i secondi dei geni del onnipotenti), mi preme sottolineare come un’idea abusata possa sorreggere un film intero senza annoiare. Ci sono due componenti fondamentali: la colonna sonora e la fotografia. Gli effetti sonori creano disagio e rendono tangibile la tensione che diventa sempre più spessa. I colpi alla porta, il loop del vinile, i bisbigli nel bosco, e perfino il respiro affannato dell’ “estraneo” , trascinano lo spettatore in uno stato di paurosa allerta come quella che sto provando adesso nel della mia stanza. E il buio è un protagonista indiscusso. Non l’ totale ovviamente, ma quelle luci basse, quelle ombre, quelle macchie nere allungate dal traballante del camino, che creano un’atmosfera letteralmente inquietante. Assemblando queste due componenti si ottengono due o tre scene di sana e genuina Paura. Situazioni dove quello che accade vorresti che finisse subito… però al contempo speri che duri ancora qualche secondo, così in un sottile voyeurismo, sei curioso di come andrà a finire. Sì, The Strangers fa il suo dovere.

Aldilà di queste caratteristiche tecniche ci sono altre due ragioni che valgono il prezzo del biglietto. The Strangers deve molto al cinema di Haneke. Oltre al riferimento palese che si può fare a Funny Games (1997), pellicola di ben altro spessore, ciò che accomuna il film di Bertino a quelli del regista austriaco è l’uso della violenza fuori campo. Poteva finire a teste tagliate o braccia amputate (vedi Il bosco fuori, 2006), invece l’orrore ha la sua summa in due “innocue” coltellate nello stomaco. Sembra poco rispetto ai torture-porn a cui siamo abituati, però fanno tanto quanto il primo piano di un ago che penetra un occhio, se non di più.

Ma il piccolo colpo di genio del regista è stata la motivazione degli assassini: una motivazione che non c’è. Alleluia! Temevo che alla fine venisse propinato uno spiegone soporifero per legittimare il comportamento degli assassini, invece, in uno dei rari dialoghi, Liv Tyler chiede: “Perché ci state facendo questo?” Risposta: “Perché eravate in casa.” Quando ho sentito la risposta volevo far partire la ola nel cinema. Non ci sono serial-killer che tentano di far apprezzare la vita alle proprie vittime, e nemmeno riccastri che si divertono a torturare le persone. Non c’è niente di tutto questo. Gli estranei uccidono perché è così. Non c’è un prima e non c’è un dopo. Non c’è la loro faccia, neanche quando si tolgono le maschere. Riuscire a tirare fuori qualcosa di interessante da un plot consumato non è cosa da poco. Meglio tenere d’occhio questo Bryan Bertino che sta già lavorando al sequel (e te preva).

Recensione: pensieriframmentati.blogspot.it

 

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By Anam

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