THE STONE TAPE (SubITA)

Titolo originale: The Stone Tape
Paese di produzione: UK
Anno: 1972
Durata: 90 min.
Genere: Fantastico, Horror, Giallo
Regia: Peter Sasdy

Un gruppo di studiosi d’elettronica s’installa in un’antica magione per condurre alcune ricerche. Una presenza fantasmatica appare ben presto… TV movie britannico a basso costo ma di notevole capacità evocativa. I revenant sono registrazioni psichiche intrappolate nelle pietre e, se stimolati, possono manifestarsi nuovamente; da questo semplice postulato si sviluppa una trama sorretta da una sceneggiatura pregevole e da un cast di attori solidissimo dominato da un ottimo Bryant. Letteratura vittoriana e tecnologia: da recuperare.

Parliamo di un dramma per la tv andato in onda sulla BBC il giorno di Natale del 1972, com’era tradizione in quell’epoca più civile. Come tutti voi sapete, io la televisione la schifo per principio e trovo orribilmente datati anche dei programmi che molti miei coetanei e non considerano storici (non farò nomi perché non voglio rovinare l’infanzia a nessuno) Ma quando ci sono di mezzo gli inglesi le cose diventano un tantino differenti. Soprattutto quando c’è di mezzo Nigel Kneale, uno dei più grandi sceneggiatori della sua generazione, e uno dei pochi ad aver utilizzato la tv in maniera valida, sfruttandone i limiti intrinsechi a proprio vantaggio. Se il nome non vi dice niente, forse vi diranno qualcosa il Dottor Quatermass (quello degli anni ’50, televisivo e cinematografico), The Woman in Black (quella degli anni ’80) e, per il grande schermo, lo script di Look Back in Anger e di The Entertainer di Tony Richardson, tra le altre cose.
Carpenter (suo grande ammiratore) lo aveva anche assunto per scrivere il terzo capitolo della saga di Halloween, ma poi a De Laurentiis non piacque la sceneggiatura, la fece riscrivere da Wallace e Kneale rifiutò di far inserire il proprio nome nei titoli. Ma vi posso assicurare che, anche nello script rimaneggiato, è rimasto moltissimo di Kneale in Season of the Witch. E le analogie tra lui e Carpenter non si fermano qui.
Procediamo con ordine.

Non avevo mai visto The Stone Tape fino a un paio di sere fa. Durante un’interessante conversazione su Facebook a proposito di The Woman in Black in cui io, povera ingenua, dichiaravo il mio sbigottimento di fronte al fatto che una concepita per il piccolo schermo facesse così tanta paura, un amico mi ha detto: “Perché non hai idea di che incubo sia The Stone Tape”.
E infatti non ne avevo idea e ora non so se ringraziare il mio amico per avermi fatto conoscere questo gioiello o mandarlo al diavolo perché ho perso qualche notte di sonno.
Non ho notizie certe in merito (io, nel ’72 neanche ero nata), ma credo che in Italia sia inedito. Si trova il dvd su Amazon, se volete, ed è disponibile intero su Youtube. Tuttavia non è possibile reperirne una copia sottotitolata, neppure in inglese, anche a compiere sacrifici umani e quindi ve lo dovete vedere così com’è. Vi assicuro che se ci sono riuscita io, ci riescono tutti.

Di cosa parla questa di fantasmi (ma non sono proprio fantasmi, o meglio, non sono solo fantasmi) che ha ispirato Il Signore del Male?
Di un gruppo di scienziati e ricercatori che vanno a chiudersi tutti insieme in un’antica dimora vittoriana, finanziati da una compagnia di elettronica, per sperimentare delle nuove tecnologie di registrazione sonora allo scopo di battere la concorrenza giapponese. A capo del team c’è l’arrogante, egoista e vanesio Peter Brock (Michael Bryant), mentre a programmare i computer troviamo una dotata di spiccate intelligenza e sensibilità, Jill (interpretata da Jane Asher). Una delle stanze della casa, quella che dovrebbe essere adibita a magazzino per i dati raccolti da Jill, non è ancora pronta e questo manda su tutte le furie quel tipetto educato e alla mano che è Peter, che reagisce con la classe che lo contraddistingue, ovvero prendendo a calci tutto.
Mentre Peter e l’incaricato dei lavori nella casa lasciano la stanza, Jill si attarda ed è testimone di un fatto inspiegabile: vede la figura di una sulle scale e sente delle urla strazianti.

Sembra tutto molto classico, ma il genio di Kneale (come sa chiunque abbia visto Halloween III fino alla fine) stava nel mischiare gli orrori della tradizione gotica con la fantascienza, applicando la tecnologia più all’avanguardia per la sua epoca a delle storie di stampo soprannaturale. E anche The Stone Tape non fa eccezione: dopo che tutti gli scienziati del team hanno, chi più, chi meno (tranne uno di loro che non vede e non sente niente) sperimentato il bizzarro fenomeno di urla e apparizione, e dopo che né le une né l’altra sono state catturate dai numerosi dispositivi  in possesso del team, Jill sviluppa una teoria secondo la quale i cosiddetti fantasmi sarebbero soltanto delle registrazioni di fatti traumatici avvenuti anni prima. Come si evince dal titolo stesso del film, le pietre della stanza, molto più antiche rispetto al resto delle mura, hanno impressa una traccia di eventi passati e sono, per farla il più breve possibile, proprio la tecnologia che il team stava cercando, quella per sbaragliare la concorrenza giapponese e inventare un apparecchio che non solo registra e riproduce il suono, ma si adegua all’orecchio di chi ascolta e al suo stato d’animo.

Guarda anche  COWARDS BEND THE KNEE [SubITA] 🇨🇦

Com’è ovvio in ogni dell’orrore che si rispetti, tutto andrà storto nei modi peggiori in cui qualcosa può andare storto, ma lascio a voi la scoperta del climax allucinante degli ultimi venti minuti e del perfetto meccanismo narrativo con cui Kneale porta a galla tutti gli elementi per gradi, senza mai svelare troppo, lasciando il mistero in parte insoluto e colpendo dove fa più male senza quasi l’ausilio di effetti speciali o di jump scares, ma solo con la sottile evocazione di un terrore immenso e antico, qualcosa di più minaccioso, complesso e sì, cosmico di quanto anche le peggiori visioni di Jill possano far presagire.
Il dato davvero impressionante di The Stone Tape è che si tratta di una produzione televisiva a basso costo, girata in elettronica e quindi di qualità tutt’altro che eccelsa per quanto riguarda le immagini. Eppure, a dirigere c’era un regista molto in gamba di scuola Hammer e, come abbiamo detto anche all’inizio, tutte le limitazioni tipiche del mezzo televisivo si trasformano in punti di forza. Non c’è la necessità di scimmiottare il cinema, ma la consapevolezza di operare in un altro settore, sicuramente inferiore, e tuttavia sfruttarlo al massimo.

Ve lo assicuro, The Stone Tape fa ancora paura e di certo non grazie a quello che mostra in campo, ma a quello che traspare dai dialoghi, dagli indizi (c’è una lettera scritta da un bambino a Babbo Natale che ancora mi fa venire i brividi), per le implicazioni cupe e angosciose che lascia intendere.
Ed è di una modernità sconcertante nel mettere in scena i rapporti tra i personaggi e, soprattutto, tra uomo e donna, nel descrivere un ambiente maschilista nelle sue fondamenta senza mai fare ricorso a dialoghi esplicativi. Basta vedere l’apertura del film, con l’arrivo di Jill e, di seguito, degli altri componenti del gruppo per trasmettere subito un senso di isolamento e totale incomprensione tra lei e i suoi colleghi.
Jill, infatti, verrà lasciata sola, proprio come la che vede sulle scale: in un dialogo supplica Peter di immaginare quella solitudine, e lui non ne è in grado, non ci arriva proprio. Come non ci arrivano gli altri, almeno fino a che non sarà troppo tardi.

Non pensate che sia una basata sul contrasto tra l’atteggiamento scettico e razionale dei personaggi maschili e la sensibilità per il soprannaturale di quello femminile, perché non si tratta di questo; l’approccio di Jill, anche se viene lasciato intuire allo spettatore che possieda delle facoltà da medium, è sempre scientifico, anche più scientifico di quello di Peter. Non a caso, all’interno del team, lei ha il ruolo più all’avanguardia. Ma comunque non le credono. Ed è forse questo l’aspetto più spaventoso di The Stone Tape, il fatto che nessuno prenda mai Jill veramente sul serio.
Se pensate a un sotto testo simile in un film di quarantacinque anni fa, c’è davvero da ringraziare qualunque divinità voi preghiate che sia esistito uno come Kneale.
Io intanto ringrazio la persona che mi ha fatto scoprire The Stone Tape e spero che almeno uno di voi vada alla scoperta di questo gioiello.

ilgiornodeglizombi.org

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By Anam

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