THE RAT SAVIOR (SubITA)

Titolo originale: Izbavitelj
Paese di produzione: Yugoslavia
Anno: 1976
Durata: 80 min.
Genere: Horror, Fantascienza
Regia: Krsto Papic

In una cittadina jugoslava, a cavallo fra le due guerre, lo scrittore Ivan Gajski non riesce a far pubblicare il suo romanzo. Sfrattato e senza un soldo, di giorno si aggrega ai tanti disoccupati che lottano per un posto di lavoro, mentre i politici locali sminuiscono la profonda crisi economica in cui vive la popolazione promettendo un futuro migliore. Ivan di notte dorme sulle panchine dei parchi, di giorno cerca di guadagnare qualcosa vendendo le unica cose che possiede: i libri. Una notte Ivan incontra un amico che gli consiglia di ripararsi dal freddo entrando in una banca abbandonata. Per entrare si cala in un tombino e attraversa un dedalo di cunicoli fino alle grande sale abbandonate dell’edificio. Esplorando stanza dopo stanza Ivan è spettatore involontario di un curioso banchetto i cui partecipanti sono uomini dalle sembianze di ratto che tramano contro i loro cugini umani, arringati da un losco leader.

Notevole horror “politico” con una società segreta di ratti che, in tempi di crisi, si rendono identici agli uomini per conquistare subdolamente il potere. Una sorta di Invasione degli ultracorpi in salsa sorcina, con un paio di sequenze discretamente disturbanti (il banchetto orgiastico). Il clima surreale e semi-fiabesco funziona a favore del messaggio satireggiante, ma Papic tende a trascurare la e la tensione, togliendo in parte forza all’insieme. Ottimo lo “smascheramento” pubblico dei mostri, che anticipa Essi vivono. Da provare.

MEMORABILE: La festosa riunione di uomini-ratto in abiti eleganti fra danze, rosicchiato e accoppiamenti; Il prigioniero fatto rosicchiare da “veri” ratti.

Basato su una storia di fantascienza di Alexander Greene, scrittore sovietico morto durante le epurazioni staliniane, Izbavitelj è una potente allegoria politica, che in qualche modo prefigura il più conosciuto “Rhinocéros” di Ionesco. Ambientata negli anni ’30 a Zagabria, la trama è una variante di quella de L’invasione degli ultracorpi (Invasion of the Body Snatchers, 1956). Vidovic è lo scrittore vagabondo che scopre che una nuova specie di ratti con la capacità di cambiare forma sta conquistando la città, uccidendo e poi impersonando le proprie vittime. Vidovic elimina i ratti con una sostanza chimica fornitagli dallo di Sovagovic, ma non prima di aver ucciso la che ama convinto che sia una donna-ratto. Il carattere allegorico del film è piuttosto confuso – i ratti sembrano rappresentare una forma di fascismo troppo generalizzato – ma la regia di Papic (che ha permesso al film di vincere l’Asteroide d’Oro all’edizione del 1977 del Festival della Fantascienza di Trieste) è notevole e molte delle sequenze sono piuttosto grafiche e viscerali, con uno stile insolito per la realizzazione di un film dell’Est Europa.

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