THE PEOPLE IN WHITE (SubITA)

Titolo originale: Geomeuna dange huina baekseong
Paese di produzione: Corea del Sud
Durata: 111 min.
Genere: Drammatico, Visionario
Regia: Yong-Kyun Bae

Un film sugli eventi che accadono a un uomo di mezza età mentre trascorre la notte in un villaggio remoto chiamato Haecheon Village.

Yong-Kyun Bae: Un’Esplorazione Filosofica della Memoria e dell’Identità in “The People in White” (1995)

“The People in White” (Geomeuna Dange Huina Baekseong), diretto da Yong-Kyun Bae, è un film sudcoreano del 1995 che sfida il pubblico con una narrazione lenta e profonda, influenzata dallo stile di registi come Tarkovsky e Tarr. Il film si configura come un saggio filosofico sulla vita, la memoria, l’identità e la morte, forse anche come un’allegoria della storia della Corea.

La storia si svolge di notte durante un’emergenza militare in un tempo non identificato, “molti anni dopo”. Un uomo entra in un’osteria in rovina che sembra inizialmente abbandonata. Qui, incontra una donna e le chiede una camera. Lei gli spiega che l’edificio sta subendo dei lavori di ristrutturazione e lo avverte dei pericoli all’esterno. Tuttavia, l’arrivo di carri armati militari scuote l’edificio, e la donna gli offre da bere mentre racconta tristemente la situazione del paese.

L’uomo si presenta come Alex Kaufman, anche se rivela di aver dimenticato il suo vero nome e di aver trascorso oltre 20 anni in un ospedale psichiatrico. Soffre di amnesia parziale e cerca di ricordare i frammenti del suo passato. La donna gli offre la camera del figlio, che è via. Nel corso del film, emergono le conversazioni tra i due personaggi, dove Alex cerca di capire la sua identità, le sue radici e i traumi della sua infanzia.

La storia si sviluppa tra gli scorsi notturni tra le rovine dell’infanzia di Alex e della civiltà coreana. Il film è una riflessione profonda sulla memoria e sulla perdita, con riferimenti a eventi traumatici della storia coreana, come la guerra.

La narrazione del film può sembrare un po’ incoerente e senza una direzione apparente, ma è in armonia con il flusso di coscienza del protagonista, un’ perduta che cerca di dare senso alla sua esistenza e al suo passato frantumato.

In conclusione, “The People in White” di Yong-Kyun Bae è un’opera cinematografica straordinariamente complessa che esplora le profondità della memoria, dell’identità e dell’esperienza umana. Con un ritmo lento e una narrazione frammentata, il film richiede uno spettatore paziente e attento, ma ricompensa con una profonda meditazione sulla natura dell’essere umano e sulle ferite del passato. Emerge come un’opera d’arte enigmatica e coinvolgente da parte di un regista che abbraccia la sfida di esplorare i recessi della mente umana.

Non puoi dire di sapere cosa vedi davanti a te, solo perché sei una persona dagli occhi aperti.

 

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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