THE CREMATOR (SubITA)

Titolo originale: Spalovac mrtvol
Paese di produzione: Cecoslovacchia
Anno: 1969
Durata: 95 min.
Genere: Commedia, Drammatico, Horror, Thriller, Grottesco, Visionario
Regia: Juraj Herz

Una danza macabra condotta da Herz sui toni di uno humor nerissimo che pervade ogni scena di una storia bizzarra, crudele e tragicamente verosimile nelle sue dinamiche sociologiche. Un autentico gioiello, fotografato magistralmente e accompagnato da un tema musicale fiabesco e ipnotico.

Nessuno, almeno in Italia, si è accorto della scomparsa di Juraj Herz, regista nato nel 1934 in quella che oggi è la Slovacchia e morto solo pochi mesi fa a Praga. Herz è stato l’artefice di uno dei più importanti e riusciti film cecoslovacchi di sempre, “The Cremator” (“Spalovač Mrtvol” nel titolo originale, da noi “L’Uomo Che Bruciava I Cadaveri”), un’opera tratta da un racconto di Ladislav Fuks e incentrata sull’influenza della propaganda tedesca durante le prime tensioni socio-politiche negli anni trenta.

Un superbo Rudolf Hrusínský interpreta Karl Kopfrkingl, un personaggio piuttosto viscido e ambiguo che lavora nel crematorio di Praga: egli è talmente ossessionato dalla filosofia orientale che ritiene la morte soltanto un passaggio verso la reincarnazione. Ma i suoi comportamenti maniacali presto lo conducono alla follia, complice soprattutto l’origine tedesca della sua famiglia (al contrario del sangue ebreo della moglie e in parte dei suoi figli). Il pensiero di Kopfrkingl lentamente degenera e l’ultima parte del film rivela il suo piano agghiacciante, in perfetta sintonia con l’imminente occupazione nazista (“qui è dove le persone si trasformano in polvere, ma i forni sono piccoli. Sto progettando qualcosa di molto più capiente”).
“The Cremator” innanzitutto è – a partire dalle inquadrature – un lungometraggio votato alla claustrofobia. I primi piani strettissimi, l’uso del grandangolo e addirittura della soggettiva lo rendono un lavoro molto particolare, persino sperimentale, capace di chiudere lo spettatore in una morsa di oppressione senza via di uscita. Il tragico destino che attende la famiglia di Kopfrkingl è quello di un intero, che il regista traduce in una condanna assoluta del totalitarismo e di quanto sia facile plagiare un piccolo borghese trasformandolo in una belva guidata solo dall’istinto. Un atto di accusa trasversale (applicabile anche nel mondo contemporaneo) che fu malvisto dal potere filo-sovietico che governava all’epoca la Cecoslovacchia: il film infatti fu censurato e riapparve soltanto nel 1989, quando cadde la cortina di ferro.

Il b/n è spettrale e l’utilizzo della musica avvalora queste plumbee sensazioni, culminate da un finale memorabile per crudeltà e squisitezza tecnica. Juraj Herz punta tutto sulle turbe del protagonista e sulle sue lunghe disquisizioni (il film è molto verboso), proiettando questi monologhi all’interno di un contesto mai banale (come nel della citazione per il simbolismo profetico di Hieronymus Bosch). “The Cremator” non è solo quindi una pietra miliare della new wave cecoslovacca (corrente che includeva nomi del calibro di Miloš Forman, František Vláčil, Jaromil Jireš e tanti altri), ma è un’opera di respiro internazionale (non a caso fu scelta per competere agli Oscar del 1970) che abbraccia concetti e memorie universalmente riconosciuti. Proprio per questo motivo non si tratta di un semplice dramma, poiché si sviluppa anche come un horror tremendamente inquietante.

cinemaestremo.wordpress.com

Come è stato il film ?
+1
3
+1
2
+1
0
+1
1
+1
0
+1
0
+1
0
By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

0 Comment

No Comment.

Related Posts

AGRAfilm è ONLINE AGRAfilm è OFFLINE