SWEET MOVIE [SubITA]

Titolo originale: Sweet Movie
Nazionalità: Canada, Francia, Germania
Anno: 1974
Genere: Drammatico, Erotico, Fantastico, Grottesco, Visionario
Durata: 90 min.
Regia: Dušan Makavejev

Al concorso di Miss Mondo ’84 vince una canadese che sposa subito il miliardario Mr. Kapital, poi passa a Mr. Muscolo, al messicano El Macho, si purifica in una comune, sopra un letto di zucchero massacra Lev Bakunin, unico superstite del Potemkin e finisce nella pubblicità del cioccolato.

Dušan Makavejev, scomparso di recente all’età di ottantasei anni, ha segnato in maniera indelebile il cinema della ex-Jugoslavia e dell’intero continente europeo tra gli anni sessanta e gli anni settanta. Parliamo di un vero innovatore, inizialmente membro attivo del partito comunista ma in seguito capace di rompere con le stesse, soprattutto per le sue posizioni libertarie in campo sessuale. Forse anche per questo motivo “Sweet Movie” è ricordato come il suo film più importante, nonostante non sia affatto il capolavoro di Makavejev.
Dopo la controversa esperienza del corrosivo “W.R. – Misterije Organizma” (1971), il regista slavo viene considerato persona non grata nel suo paese di origine: le sue provocazioni alimentano continue polemiche, così Makavejev per il film successivo è costretto a reperire i fondi all’estero. Nasce in questo modo “Sweet Movie”, girato tra Canada, Olanda e Francia e finalmente libero di muoversi in qualunque direzione possibile, mescolando al grottesco erotismo di fondo una critica trasversale che non risparmia nessuno. Una politica che colpisce sia il capitalismo occidentale che le flebili utopie del comunismo, filtrata attraverso un delirante surrealismo che rinuncia a priori alla narrazione. In questo stravagante contenitore kitsch troviamo persino degli ospiti di lusso, da Roland Topor (esponente di spicco del Movimento Panico) a Otto Mühl (uno dei leader del Wiener Aktionismus), mentre per quanto riguarda l’edizione italiana (oggetto di sequestri e censure) i dialoghi sono curati da Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini.

Si può rintracciare una storia all’interno di “Sweet Movie”? In apparenza sì, perché il regista lavora su due binari destinati poi a intrecciarsi: seguiamo da vicino le disavventure di Miss Canada, una giovane sposata con un miliardario dal fallo d’oro che fugge (dentro una valigia!) prima a Parigi e poi a Vienna. Contemporaneamente, osserviamo un risalire la Senna su una barca adornata con la testa di Marx, un viaggio decisamente pericoloso visto che al timone c’è una donna (il Capitano Anna Planeta) che in realtà è una psicopatica capace di sedurre e ammazzare pure i bambini. Nonostante queste velleità strutturali, “Sweet Movie” è un film che si basa esclusivamente sulle singole scene, talmente sovraccariche di allegorie da portare all’esasperazione anche lo spettatore più preparato. Ecco perché l’opera, sovente accostata a quel tipo di surrealismo già assaporato in Jodorowsky e Arrabal, ne esce ridimensionata davanti a questi due colossi del cinema.
Quello che riesce meglio a Dušan Makavejev è il saper travalicare i limiti dell’estremo fotogramma dopo fotogramma, con un cattivo gusto tanto audace quanto eccentrico che punta dritto allo stomaco (per i fan della merda, del vomito o di un erotismo completamente sgangherato). Anarchia totale, caos, follia, “Sweet Movie” è una pellicola barocca da far schifo, è un’opera oltraggiosa da far impallidire i borghesi di tutto il mondo, ma soprattutto è un film intellettualoide (non intellettuale) che proprio dal suo nonsense generale tira fuori il meglio di sé. Un contenitore dissacrante di cui è impossibile non parlare, nel bene o nel male: turatevi il naso e dategli sempre una possibilità, perché il coraggio di sovvertire ogni regola è un pregio che appartiene a pochi registi ancora in vita. Makavejev è un altro che purtroppo se ne è andato nell’indifferenza generale.

Guarda anche  EN LA CIUDAD DE SYLVIA [SubITA] 🇪🇸

cinemaestremo.wordpress.com

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