Titolo originale: She Will
Paese di produzione: UK
Anno: 2021
Durata: 95 min.
Genere: Drammatico, Horror, Thriller
Regia: Charlotte Colbert
Il film esplora la storia di Veronica Gent (Alice Krige) che, dopo una doppia mastectomia, si reca in un ritiro di guarigione nella Scozia rurale con la sua giovane infermiera Desi (Kota Eberhardt). Scopre che il processo di tale chirurgia apre interrogativi sulla sua stessa esistenza, portandola a iniziare a interrogarsi e ad affrontare i traumi passati.
Charlotte Colbert fonde storia del cinema, arte e horror gotico in uno sguardo alla politica che circonda il #MeToo sfidando il concetto di genere
Ci sono resti di streghe nel suolo delle Highlands scozzesi presenti nel film d’esordio di Charlotte Colbert, She Will [+], proiettato fuori concorso al Locarno Film Festival. Il film è un haggis fatto di appuntamenti sbagliati, lezioni d’arte, politica sessuale, horror gotico e fantasticherie che gioca con i sogni e i tropi dell’horror per addentrarsi nel territorio del #MeToo prima di unire il tutto per evocare una storia di emancipazione femminile.
È un notevole debutto di Colbert, un artista affermato e una regista premiato le cui opere d’arte sono apparse al V&A Museum of Childhood, alla Saatchi Gallery e ad Art Basel. Questo background artistico può essere visto mentre il film si colloca a cavallo tra il cinema d’essai e la galleria, con il suo uso del simbolismo per coinvolgere la verità emotiva dei personaggi piuttosto che qualsiasi dialogo volto a spingere avanti la trama. Racconta la storia di un’attrice anziana, Victoria Ghent (Alice Krige), che si reca in un ritiro curativo in Scozia con la sua infermiera, Desi (Kota Eberhardt), dopo una doppia mastectomia.
Riprendendosi dall’operazione, Ghent trae forza da questa nuova vita e dal suo nuovo ambiente. I cambiamenti portano la sua mente a coinvolgere il subconscio, e così il suo mondo diventa un’inebriante confusione di realtà e fantasticheria, in cui i traumi del passato che ha nascosto nel suo profondo riappaiono improvvisamente. Le visioni di Ghent e la nebbia scozzese sono catturate dall’astro nascente della fotografia Jamie D Ramsay (Moffie [+], Mothering Sunday [+]) in modo che la vita reale e la finzione si confondano in un unico, inquietante ambiente. Gli alberi hanno un aspetto inquietante ma allo stesso tempo accogliente.
Ghent ha dei flashback della sua infanzia quando, tredicenne, fu ingaggiata dal famoso regista Hathbourne, che approfittò della sua posizione sul set per oltrepassare i limiti con la star. Colbert evita di mostrare qualcosa di troppo grafico o dannoso, lasciando spazio a Hathbourne per cercare di difendersi. Nel presente, Hathbourne viene intervistato per un programma televisivo, dove le accuse sul suo comportamento passato vengono a galla, con scene stridenti. Tuttavia, avendo il leggendario attore Malcolm McDowell nel ruolo di Hathbourne, il film usa abilmente il suo volto iconico, riportando alla memoria il suo ruolo da protagonista in Arancia Meccanica, un film che ha causato polemiche per la sua rappresentazione della violenza maschile sulle donne. Il film è ben consapevole del suo tentativo di riformulare la storia del cinema senza cercare di guadagnare punti mostrando quanto è intelligente.
Krige, il cui primo film è stato Chariots of Fire, ha goduto della maggior parte dei suoi successi sul palcoscenico britannico, ma qui, Colbert fa uso di primi piani e del suo splendido viso per guardare oltre il trucco. Perfettamente ingaggiata, le qualità da albero della Krige danno alle scene in cui il suo personaggio Ghent prende potere dalla natura e dalla storia che la circonda una forza e una risonanza aggiuntiva. Eberhardt la sostiene abilmente come Desi, che si imbatte nei suoi stessi problemi in un bar locale, mentre Colbert indaga il terreno problematico degli spazi pubblici, del bere e dell’ego maschile. Non è tutto negativo però, perché Rupert Everett fa un cameo umoristico come insegnante d’arte.
È un film delicato che non sempre riesce a realizzare il matrimonio tra simbolismo e trama. Tuttavia, Colbert eccelle nel trasformare questo calderone di intrecci, arte e horror gotico in una storia di emancipazione femminile, dove la forza che le donne trovano non viene dalla vendetta, ma dalla comprensione collettiva.
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