SEBASTIANE [SubITA]

Titolo originale: Sebastiane
Paese di produzione: UK
Anno: 1976
Durata: 86 min.
Genere: Drammatico
Regia: Paul Humfress, Derek Jarman

III secolo d.C.: il milite romano Sebastiano da Narbona viene confinato su un’isola con otto compagni dediti ai piaceri del corpo. Il comandante del plotone si innamora di lui, ma Sebastiano resiste eroicamente alle tentazioni della carne.

Che l’iconografia di San Sebastiano sia da tempo connessa a un immaginario di matrice gay non è un mistero, già alla fine del XV° secolo infatti il suo martirio veniva rappresentato diversamente dal passato, mostrando il Santo come un giovanotto nudo e senza barba legato a un albero (o a una colonna) e trafitto con le frecce. Un corpo dolcemente scolpito e visibilmente effeminato, con i dardi a simboleggiare una metafora fallica non troppo implicita. Questa lettura omoerotica non poteva lasciare indifferente un regista come Derek Jarman, già scenografo per “I Diavoli” (1971) di Ken Russell e qui al suo debutto sulla lunga distanza (coadiuvato da Paul Humfress) dopo una lunga serie di cortometraggi sperimentali.

Con “Sebastiane” Jarman dirige un’opera per l’epoca molto controversa, ritraendo un gruppo di soldati romani che si abbandona al omosessuale in un lontano e suggestivo avamposto, una località brulla e isolata situata nell’odierna provincia di Oristano, in Sardegna. Quando il comandante del plotone si innamora del protagonista (interpretato da Leonardo Treviglio), la resistenza di quest’ultimo alle avances dell’uomo si trasforma in una condanna a automatica, poiché l’ufficiale, indispettito, decide di martirizzare Sebastiano in una scena conclusiva di grandissimo impatto.

Sono tanti i motivi di interesse che contraddistinguono questa pellicola: “Sebastiane” prima di tutto è un lavoro interamente girato in lingua latina, una scelta affascinante nonostante la recitazione dei dialoghi non sia ovviamente fluida e convincente in alcuni dei personaggi presenti. Il limitato campo d’azione degli stessi non offre certo una pronunciata diversificazione narrativa, ma quello di Jarman è un chiaro esempio di cinema anestetizzante, dove l’ e il gusto per l’inquadratura prevalgono sulla storia. Ecco perché “Sebastiane” per alcuni potrà risultare prolisso e noioso, quando in realtà il regista si dedica a ben altro, deliziandoci con l’uso del ralenti (per accentuare le scultoree forme dei soldati) e con alcuni campi lunghi che si perdono nel paesaggio circostante, due aspetti complementari di una bellezza strabiliante (complice anche l’ottima fotografia curata da Peter Middleton). I tappeti musicali di Brian Eno fanno il resto, consegnandoci uno degli esordi più potenti degli anni settanta, emerso con difficoltà tra le barricate che non hanno mai permesso al film di poter esplodere definitivamente (“Sebastiane” fu rifiutato al Festival di Cannes, chissà che scandalo se la gente avesse visto tutti quei piselli al vento!).

Possiamo definire questo lungometraggio di Derek Jarman un vero capolavoro della cinematografia LGBT, al di là di una rilettura queer per molti sinonimo di provocazione senza senso: una raffigurazione di San Sebastiano apocrifa ma non disonesta, alla luce di un sentore storicamente condiviso che nel 1976 può attingere sia dalla pittura che dal cinema stesso (con più di un rimando a Pasolini). Un punto di partenza fondamentale per un regista underground mai troppo considerato, neppure dopo la sua per AIDS nel 1994. Questo è Jarman, lasciate cadere ogni pregiudizio e tuffatevi nel fascino incredibile di una pellicola a dir poco unica.

cinemaestremo.wordpress.com

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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