RESPIRE (SubITA)

Titolo originale: Respire
Nazionalità Francia
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Durata: 91 min.
Regia: Mélanie Laurent

Charlie, una comunissima adolescente di diciassette anni, vede la sua sconvolta dall’arrivo della bella e impertinente coetanea Sarah, capace in breve tempo di divenire molto popolare tra i ragazzi e gli adulti. Scelta come amica privilegiata di Sarah, Charlie si sente finalmente viva, risoluta ed apprezzata. Il loro legame, fatto di confidenze intime, notti condivise e profondo senso del possesso, è destinato però a non durare molto e, nel momento in cui Sarah sceglierà un’altra amica, Charlie rimarrà di una profonda e fatale ferita emotiva.

Che l’adolescenza fosse un periodo di merda ce lo ricordiamo un po’ tutti, almeno vagamente, ma Melanie Laurent (l’adorabile e spietata Shosanna di Inglourious Basterds) ci teneva a darci una rinfrescata con questo suo Respire.

Respira.
Un gesto banale quanto vitale, un consiglio dato amorevolmente (o imperiosamente) quando ci siamo fatti prendere dalla rabbia o siamo scoppiati in una crisi di pianto.
Non mi sono posto il problema del titolo durante la visione del film fin quando non mi sono reso conto che la visione stessa stava procedendo in maniera autonoma, senza scossoni o sussulti, anzi man mano il mio respiro si faceva più profondo, quasi stessi cadendo in una sorta d’ipnosi.
Non so se ha destato qualche mia sfigatissima rimembranza di quei tempi o se le mie paure erano già proiettate verso l’adolescenza di mia figlia, fatto sta che non ti rimane che sincronizzare il tuo respiro con quello della regista ed in questo alla Laurent devo dire… “chapeau”!
Charlie, la protagonista, si chiama Charlène in realtà: quindi tanto per cominciare col piede giusto… odia il proprio nome di battesimo! A casa tutto bene? Non esattamente… tempo di aprire gli occhi e vestirsi e via con l’ennesimo litigio tra i suoi che culmina con l’allontanamento del padre. Ottimo.
Ma gli adolescenti, si sa, hanno mille risorse e la loro difficilmente è monotona quindi ecco che subentra la coprotagonista a distogliere Charlie dai suoi guai: Sarah, ad anno scolastico in corso, si trasferisce e condividerà la strada verso il diploma con Charlie ed i suoi ormai affiatati (così, per usare un termine in tema!) compagni. Solo che Sarah è una che non si amalgama, è una che non si adegua al respiro degli altri, lei ha bisogno di dettarli, i ritmi… con la sua bellezza con un che di indomito, la sua storia travagliata: vive con la zia dalla risata orribile (!) perché la mamma è sempre all’estero con la sua ONG e le dà buca pure a Natale, del padre non si parla mai, racconta delle sue amicizie e dei suoi viaggi stravaganti. Ma Sarah ora è costretta a mimetizzarsi in questo sottobosco di provincia, lei che è una pianta esotica e colorata, come si comporterà? Ce lo spiega tra le righe la regista, in una scena apparentemente inutile, in un video visto in classe in cui si parla di un parassita delle piante… Si avvinghierà a Charlie in ogni modo, accattivandosene la madre, spodestando l’amica di sempre, facendosi invitare in vacanza durante un ponte scolastico… Per Charlie poi, che soffre di attacchi d’asma (respira!), questa relazione non può che finire col diventare asfissiante, letteralmente.
Così, in un continuo crescendo di ansia, Charlie corre verso l’ineluttabile e potentissimo epilogo… finirete con l’ansimare convulsamente con lei perchè i parassiti pretendono sempre di più e quando provi a ribellarti ti rendi conto che il prezzo da pagare è tanto, troppo alto.

Recensione: catsickblues

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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