PLAYGROUND (SubITA)

Titolo originale: Plac zabaw
Paese di produzione: Polonia
Anno: 2016
Durata: 82 min.
Genere: Drammatico, Thriller
Regia:

Gli ultimi giorni di scuola in una piccola città polacca rappresentano l’occasione finale per la dodicenne Gabrysia per dire a un suo compagno di classe di essersi innamorata di lui. Fissa così un incontro segreto e ricatta il compagno affinché si presenti. Quello che doveva essere un incontro intimo però finisce per essere un momento fuori da ogni controllo e porta a un evento inaspettato e criminale.

Nel prologo, Kowalski (che non nasconde il suo amore per Haneke) ci presenta scenari di vita quotidiana dove regna la tranquillità tipica di qualsiasi città occidentale non troppo grande. Quegli stessi luoghi, alla fine del film, non avranno lo stesso significato: qualcosa succederà lì che stravolgerà la visione ordinaria che ne abbiamo. Il nostro sguardo non sarà lo stesso 80 minuti dopo, perché un fatto di difficile qualificazione, di cui saremo testimoni, ci rivolterà lo stomaco.

Poi, durante i primi minuti del film, il cineasta ci va presentando, uno a uno, il trio protagonista. Comincia con una povera ragazza ricca, che ha tutto e crede di poter comprare quasi tutto. Vive in una casa asettica e lussuosa, si relaziona in malo modo coi suoi genitori e comincia a giocare a fare la civetta per superare i suoi complessi fisici.

Successivamente conosceremo gli altri due ragazzi della partita: uno aiuta il padre costretto su una sedia a rotelle, mentre il terzo si rade la testa come ulteriore dimostrazione di ribellione adolescenziale. I tre convergono nel cortile della scuola: il montaggio li riunirà per condurci prima nell’aula che condividono e poi nel luogo fatiscente in cui si daranno appuntamento: è l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive e, ora o mai più, è il momento di esprimere ciò che sentono.

Kowalski fa così un ritratto sottile, teso e senza risposte della gioventù di oggi, dei cuccioli che stiamo allevando. Una nidiata capricciosa, poco tollerante alla frustrazione e sorda ai valori che si tenta di inculcarle. Giovani che prendono la violenza come un gioco, uno svago e un passatempo. Futuri adulti insensibili, amorali e pericolosi, che non si scompongono dinanzi alle loro azioni. Il frutto, infine, di una società psicopatica, apatica e passiva che non ha principi e, cosa ancora più terribile, non ne sente la mancanza.

Playground è per questo un piatto forte che può rimanere indigesto. Inoltre, l’ultima scena, fotografata da lontano, colpisce senza lo spettatore, che si contorcerà sulla poltrona intravedendo e sentendo qualcosa che, disgraziatamente, è successo non una, bensì varie volte nel nostro orgoglioso mondo civilizzato. E una cosa così brutale è difficile da mandar giù.

cineuropa.org

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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