PARADE [SubITA]

Titolo originale: Parêdo
Paese di produzione: Giappone
Anno: 2009
Durata: 78 min.
Genere: Drammatico, Noir
Regia: Isao Yukisada

Quattro giovani dividono un di due stanze a Tokyo, in un quartiere dove si sono compiuti di recente diverse aggressioni. Il diciottenne Satoru, un giovane che si prostituisce, si unisce a loro e la loro vita quotidiana inizia lentamente a prendere una nuova piega.

Mentre nel quartiere intorno a loro un misterioso aggressore uccide donne sole seminando il terrore ,i quattro occupanti di un microappartamento a Tokyo, due camere, bagno e cucina/soggiorno in comune stanno bene attenti a non sovrapporre gli uni sugli altri i rispettivi spazi vitali. E questa la sensazione è rafforzata dalla simbolica divisione in quattro del film, attento a raccontare separatamente le vite dei quattro occupanti, ognuno con una sezione di film in cui è assoluto protagonista. Esaminiamo così le storie di Ryosuke, studente di economia e cameriere in un locale che comincia una storia inaspettata con la ragazza del suo migliore amico(gustosissima la scena in cui lei prende l’iniziativa mentre lui è praticamente come uno stoccafisso),di Kotomi, disoccupata appassionata di soap operas che vive una storia d’amore segreta con un attore delle suddette fiction televisive, una relazione fatta di incontri clandestini in anonimi alberghi di ,di Mirai illustratrice e commessa che ogni sera si massacra il fegato di superalcolici in un bar gay e viene spesso riportata a casa in stato di incoscienza o quasi e Naoki che lavora nel campo della produzione cinematografica, salutista all’eccesso e jogger compulsivo con la sua bella tutina argentata che ha un che di spaziale. Vivono assieme ma le loro esistenze non coincidono, così come non vivono i momenti di intimità che può assicurare un focolare domestico comune. E con un così piccolo sarebbe ancora più facile. Eppure sembra non interessare loro: la loro è una conoscenza superficiale, ognuno conosce poco o nulla dell’altro nè si interessa a sapere di più, tutti loro sono ben attenti a circoscrivere i propri spazi vitali per evitare di farli collidere con quelli altrui.

Potremmo considerare il film di Isao Yukisada un ritratto di quella generazione che si è persa attorno ai venti anni e che si vuole ritrovare verso i trenta ,pronta per entrare finalmente nel mondo dei grandi. Per adesso sono tutti in una specie di limbo vellutato in cui ritrovare la strada maestra, quella che porta finalmente a una crescita. La variabile impazzita di questo film e che spariglia le carte di questo ritratto generazionale è la presenza del diciottenne Satoru che un giorno ,nell’iniziale disinteresse dei quattro occupanti l’,si installa sul divano cominciandoci a dormire. Satoru(che si prostituisce con i gay) sembra essere l’unico a voler conoscere qualcosa degli altri, è la ragione per cui gli altri si cominciano ad accorgere l’uno dell’altro, il mistero che lo avvolge diventa il catalizzatore degli intenti, per la prima volta comuni, di Ryosuke,di Kotomi, di Mirai e di Naoki. Finalmente uniti per cercare di arrivare a qualcosa. In realtà Satoru è una sorta di specchio in cui ognuno dei coinquilini si può riflettere e fare il punto sul proprio percorso di crescita. Se esso esiste perchè per alcuni di loro anche questo è in dubbio. Però almeno cominciano a farsi domande: i ragazzi spensierati dell’inizio film lasciano il posto a persone ben più consapevoli di una situazione non esattamente rosea. E’ammirevole il lavoro che Isao Yukisada fa con questi personaggi rendendoli vivi e vitali a sbandierare le proprie imperfezioni e i propri coni d’ombra. Il film è per gran parte in interni quasi simulando una regia televisiva fatta essenzialmente di primi piani.

I rari esterni spesso sono notturni e piovosi, sicuramente poco rassicuranti. Il tema portante del film a mio parere è la solitudine, stato d’animo che si può provare anche in una stanza piena di persone o in un microappartamento da dividere con altri ragazzi. Accanto a questo c’è l’alienazione che ha invaso una società giapponese che cerca di adeguarsi al presente,ancora irretita da rituali atavici a cui cerca di sfuggire in nome della modernità. Un tema comune anche ad altri film ma qui trattato da una prospettiva particolare. Ammirevole il lavoro dei giovani attori. Il finale pur chiudendo alcune sottotrame lascia il segno per il suo essere enigmatico.

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bradipo68 – filmtv.it

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By Anam

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