PAPRIKA [SubITA]

Titolo originale: Paprika
Nazionalità: Giappone
Anno: 2006
Genere: Animazione, Fantastico
Durata: 90 min.
Regia: Satoshi Kon

Quando il prototipo del DC-Mini, un avveniristico dispositivo usato nelle terapie psichiatriche per entrare nei sogni dei pazienti, viene rubato da qualcuno i cui scopi appaiono da subito contorti e pericolosi, si sviluppa un’indagine non solo complessa, ma senza alcun dubbio poco ortodossa. Un’indagine tra e realtà. Vi collaborano un esperto detective e il team di ricercatori che lavorava al dispositivo, tra cui la Dottoressa Atsuko, celebre psicoterapeuta il cui alter ego, Paprika, si muove nei sogni con una facilità impressionante.

La ragazza dei sogni
Ancora una volta ci si deve lamentare della scarsa attenzione riservata finora ad una pellicola che, complice il passaggio in concorso a Venezia 2006, meritava senz’altro maggiori gratificazioni, a cominciare volendo dall’aspetto distributivo. Probabile che Paprika di Satoshi Kon sia destinato a diventare comunque un cult, in ogni caso la distribuzione avvenuta verso la metà di giugno in poche copie non si è distinta certo per la sua efficacia. Siamo alle solite. Uno non fa in tempo ad abituarsi all’idea che i lungometraggi di Miyazaki, Oshii e Otomo stiano acquistando un certo credito e un minimo di visibilità nelle nostre sale; si rallegra magari per quel pubblico che ha accolto affettuosamente Tokyo Godfathers, precedente opera di Satoshi Kon e prima ad essere distribuita in Italia; ed ecco che prontamente arriva la delusione.

Lo sfogo potrà sembrare a taluni esagerato, ma in fin dei conti vuole essere anche e soprattutto un invito a confrontarsi, dove e quando sarà possibile, con questo piccolo gioiello dell’ nipponica, in cui la poetica di uno tra i più interessanti registi dell’ultima generazione ha prodotto derive stupefacenti; derive articolate, come sempre, su differenti piani dell’immaginario, in un continuo mescolarsi di e realtà. Esuberante dal punto di vista figurativo, avvincente come racconto, Paprika prospetta un immediato futuro dove il progredire di certi studi ha portato un team di ricercatori e psichiatri ad elaborare un particolare dispositivo, che permette loro di entrare nell’inconscio dei pazienti, di visionarne sogni e paure recondite. Un giochino affascinante ma pericoloso. Se la macchina finisse infatti nelle mani sbagliate?

Satoshi Kon, sempre abile nel mescolare toni apparentemente leggeri e soluzioni visive e di sceneggiatura ben più inquietanti, ne approfitta infatti per prendere di mira le zone d’ombra della società giapponese, per irriderne quelle insicurezze più o meno latenti in modo grottesco, sottilmente caricaturale, un po’ come aveva fatto in Paranoia Agent: una mini-serie dai risvolti davvero geniali, e non poco corrosivi. Non pago di dare vita ad una fenomenale galleria di outsider, su tutti lo scienziato bonaccione ed obeso, il fantasioso Satoshi Kon sfoga qui la sua invidiabile libertà creativa nelle sequenze oniriche; una nota di merito va alla improbabile e coloratissima parata fuoriuscita da un sogno (e le musiche di Susumu Hirasawa hanno nella circostanza un effetto ancora più straniante), col proliferare di bizzarri esseri che lasciano il sospetto, sul piano della fiction cinematografica, di una qualche parentela con i demoni di Takashi Miike, ovviamente quelli schierati in Yôkai Daisensô.

Ma chi ha familiarità con i precedenti lavori di Satoshi Kon apprezzerà anche di più, specialmente nei sogni del detective (sinuosamente legati tra loro a livello di montaggio), il giocoso rincorrersi di generi cinematografici, dal thriller alla commedia, dalla pellicola circense al film d’avventura, citati con quella punta di amarcord già presente, per fare un esempio, in Millennium Actress (2001). Le diverse ispirazioni del regista arrivano così a una temperatura di fusione ideale, nascondendosi e rivelandosi alla bisogna dietro il vessillo offerto da un’eroina femminile, Atsuko, piacevolmente accattivante come in tanta giapponese; e forse anche di più, guardando alla carica di simpatia espressa da un eccezionale alter ego, ovvero quella parte di lei destinata a viaggiare nei sogni, Paprika.

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Recensione: spietati.it

 

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By Anam

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