NYMPH [SubITA]

Titolo originale: Nang mai
Nazionalità:
Anno: 2009
Genere: Drammatico, Fantastico
Durata: 109 min.
Regia: Pen-Ek Ratanaruang

May e Nop sono una giovane coppia sposata in che, per ritrovare il proprio equilibrio, decide di passare qualche giorno in una foresta. Il clima tra i due è teso: si parlano a stento, Nop vorrebbe far l’amore con May, ma lei non si fa toccare poichè ha una segreta storia extraconiugale con un collega di lavoro, litigano… Poi, il giorno dopo, May si sveglia e Nop non è più accanto a lei. Inizia a cercarlo senza successo. Disperata, May denuncia la scomparsa di Nop alla polizia locale, scoprendo che in quella foresta sono scomparse diverse persone. Tornata a casa, la ragazza, distrutta, va a letto. Quando si risveglia ritrova Nop sdraiato sul divano. May non sa come possa essere tornato, ma è felice di aver ritrovato suo marito, che, tuttavia, comincia a comportarsi in modo strano, molto strano: non mangia mai, beve tantissima acqua e pare aver scoperto l’oscuro segreto della moglie. Quando May riceve l’inquietante chiamata della polizia tutto precipita: è stato ritrovato un cadavere maschile nella foresta…

Pen-Ek Ratanaruang è una delle più affascinanti realtà del cinema contemporaneo asiatico, oltre che thailandese. Il suo stile è minimale, ipnotico, in grado di scarnificare e rivitalizzare qualasiasi genere secondo la sua firma: dal dramma esistenziale (Last Life In The Universe), al thriller (Invisible Waves). Ma ora il regista thailandese ha deciso di affondare del suo stile unico nell’horror: “Nymph” è un film tanto inspiegabile quanto affascinante.

Già dal primo fotogramma si è immersi già in cinema particolarmente alto: la fluttua tra i rami oscuri. Oscilla tra i rami e si perde. E’ la vita del cinema, della telecamera. Noi assorbiamo il silenzio della foresta e lo facciamo nostro. Una ragazza grida ma non ce ne accorgiamo, rapiti dalla che ci circonda.

Ed è per dieci minuti abbondanti che ci pare di essere in quella foresta, a condividere dolori con i personaggi, con i protagonisti silenziosi, quasi in lutto. Il lutto delle loro emozioni.

Il regista pare che riesca a filmare anche all’interno dei suoi attori, metaforicamente parlando ovviamente. Riesce a farci sentire le loro emozioni. Così come nel capolavoro “Last Life In The Universe” Ratanaruang è riuscito a tagliuzzare una trama da potenziale thriller drammatico, così in “Nymph” ha spezzato le regole dell’horror e ne ha plasmato il suo “Antichrist”: un bellissimo dramma surreali con scaglie horror e con radici profonde nei più reconditi dell’uomo.

Un film bellissimo, stralunato e coinvolgente, che affonda in un terrore embrionale e che sfocia nella follia. Meraviglioso. L’ennesimo colpo di genio di un grande maestro, da cui ci si aspetterebbero, sempre, grandi cose.

Recensione: fotolog.com/cinema_asiatico

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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