Titolo originale: My Suicide
Paese di produzione: USA
Anno: 2009
Durata: 107 min.
Genere: Commedia, Drammatico, Satirico
Regia: David Lee Miller
Questo film parla della mia vita da cliché e della follia sovraccarica di media e saturata di pubblicità che vedo ogni giorno. Sono ossessionato dai film, dalla morte e da una ragazza perfetta, di plastica, di nome Sierra. Il mio nome è Archibald Holden Buster Williams e sto per suicidarmi. Benvenuti nel mio film! Benvenuti… al mio suicidio!
Archie Williams è un adolescente disilluso, con un computer ben equipaggiato nella sua stanza e un’inclinazione a raccogliere clip da migliaia di video. Ma poi, un giorno, Archie annuncia la sua intenzione di suicidarsi nel video di fine anno della sua classe, e all’improvviso il mondo che tanto odia si capovolge. Non appena fa questa dichiarazione, i suoi compagni di classe, i suoi genitori, Sierra (la ragazza più carina della scuola), insegnanti, psicologi, dottori e una schiera di benintenzionati piombano tutti su Archie, deciso a suicidarsi. Non volendo farsi sfuggire l’occasione, Archie decide di filmare l’intero caos che si scatena intorno a lui, svelando la verità sulla vita – che significa morte, sesso, violenza, droga e il bombardamento ipocrita dei media. E poi c’è la sempre così distante Sierra, che incarna tutto ciò che Archie non sopporta. Eppure, proprio Sierra, tra tutti, si sente attratta da Archie – che scopre che anche la persona più radiosa e bella può nascondere un oscuro segreto.
“My Suicide” di David Lee Miller è una di quelle pellicole rare che riescono a mescolare il crudo realismo adolescenziale con una narrazione visivamente innovativa e tematicamente audace. Il film è una corsa sfrenata attraverso la mente del protagonista Archie, un adolescente stanco del mondo e ossessionato dai media, dalla morte e dalla superficialità della società moderna. È come guardare un videoclip tagliente, pieno di frammenti di cultura pop, riflessioni su vita e morte, con un umorismo nero che non chiede mai scusa.
La vera forza del film sta nel modo in cui affronta temi pesanti come il suicidio, la depressione e l’alienazione, senza cadere mai nel melodramma. È audace, provocatorio e visivamente esplosivo, capace di catturare perfettamente l’overload sensoriale che definisce la generazione digitale. Ma allo stesso tempo, sotto la superficie stilisticamente complessa, c’è un cuore pulsante, una sincerità emotiva che sorprende e commuove.
Archie è un personaggio straordinariamente sfaccettato, interpretato in modo impeccabile da Gabriel Sunday. Il suo viaggio non è solo una critica feroce alla cultura dei media e alla superficialità sociale, ma anche una ricerca di significato in un mondo che sembra averlo perso.
“My Suicide” non è per tutti, ma per chi è disposto a farsi trascinare nel suo vortice, è un’esperienza visiva ed emotiva che resta impressa a lungo. Una miscela di follia visiva e profondità emotiva che ti farà riflettere molto tempo dopo i titoli di coda.