MOTIVATIONAL GROWTH [SubITA]

Titolo originale: Motivational Growth
Nazionalità: USA
Anno: 2013
Genere: Commedia, Drammatico, Fantastico, Grottesco
Durata: 104 min.
Regia: Don Thacker

Ian Folivor, un depresso e solitario trentenne, si ritrova a prendere consigli da una muffa che cresce nel suo bagno dopo un fallito tentativo di suicidio. La muffa, un morbido fungo parlante nato della sporcizia raccolta in un angolo del bagno trascurato, lavora per conquistare la fiducia di Ian aiutandolo a ripulirsi e a rimodellare il suo stile di vita. Con l’aiuto della muffa, Ian attira l’attenzione di una vicina di casa, Leah, e riesce a trovare un po’ di felicità nonostante le sue condizioni innaturali. Improvvisamente, però, comincia a ricevere strani messaggi dal suo vecchio e rotto televisore, il quale mette in discussione la buona fede della muffa. Ha così inizio una battaglia epica tra il bene e il male di cui Ian è solo parzialmente a conoscenza.

Quello che segue è un delirio sul tema della crescita, dell’adattamento e del rapporto con il mondo, narrato con musiche 8 bit, sequenze animate stile vecchi videogiochi e dialoghi in forma teatrale. Non lineare e poco esplicito, ma affascinante per gli amanti del bizzarro.

In un’epoca dominata dalla nostalgia cinematografica, un film come Motivational Growth è un po’ una mosca bianca. Nel suo frullato di cultura pop e nerd anni Ottanta, ricco di tentazioni mostruose e con una colonna sonora interamente a 8 bit, sembra invece del tutto indifferente alla riproposizione di schemi preferendo un approccio esageratamente virtuosistico, estremamente personale e meravigliosamente caotico allo studio di una mente emarginata. L’esordio di Dan Thacker, che scrive, dirige e monta tutto da solo, è un lunghissimo, spossante ed estremo nel cervello febbricitante di un solitario, un uomo depresso e solitario che vive di televisione e junk food, e tutta la sovrastruttura eighties diventa strumento per un bombardamento di e colori che forse nessun altro periodo storico avrebbe potuto sganciare con questa intensità. Ian (o forse Jack, non sapremo mai il suo vero nome/personalità perché anche lui dubita di sé stesso) è lo stereotipo maschile del reietto, un puzzone che non si lava né esce di casa da anni, e quando la tv si rompe la sua razionalità inizia a vacillare. O forse si rende conto per la prima volta che nella sua testa c’è qualcosa che non va.
Una muffa senziente (con Jeffrey Combs a darle voce) gli dà istruzioni su come vivere meglio (o forse peggio?) la vita, gli fornisce cibo attraverso spore e funghi che a sua volta Ian (o forse Jack) rigetta per nutrire la muffa stessa, e gli disgrega lentamente ogni tassello del reale.

Un film ostico, eccessivamente parlato con deliri farciti di dialoghi ricchissimi e complessi e jibber jabber sconclusionati, pieno di filosofia e interrogativi esistenziali ma anche colmo di schizofrenetiche baggianate, sicuramente compiaciuto e lessicalmente esagerato ma che proprio nella sua pesantezza (voglio credere appositamente costruita) sfibra chi guarda attraverso pop che martellano il cranio, sprazzi d’animazione, parentesi pubblicitarie e molti altri mezzi furiosi utili a destabilizzare e friggere lentamente il cervello, mentre Ian (o forse Jack) scambia il reale con il in un’incessante allucinazione.
L’unico scenario è un appartamento disgustoso e marcio, e la muffa senziente vive in un angolo del bagno, forando le parete e allungando i suoi tentacoli per controllare il territorio. Nei suoi scambi con Ian (o forse Jack) non manca una generosa, davvero generosa componente gore e nauseante, tra improvvise mutilazioni, getti di sangue, cadaveri putrescenti, brufoli enormi e secchiate di vomito. Questo non è un monster movie, sebbene ne abbia tutte le caratteristiche, ed è abbastanza chiaro come la dissociazione mentale di Ian (o forse Jack) renda tutto il film un abbaglio viscerale e stomachevole, dove l’unica concretezza è la totale follia, ma è in grado di spiazzare in ben più di un’occasione con poderose concessioni prettamente horror da appalusi, tra omicidi, arti che esplodono, tentacoli affamati e parecchie oscenità deformi.

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Recensione: midian.cloud

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By Anam

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