L’UOMO E’ ANTIQUATO I e II – Günther Anders

In questo del 1956, Günther Anders muove dalla diagnosi della “ prometeica”, cioè dalla diagnosi della subalternità dell’uomo, novello Prometeo, al delle da lui stesso create, per affrontare il tremendo cui la ha posto di fronte l’umanità, costringendola fra angoscia e soggezione. La vergogna prometeica è legata anche a un senso di “dislivello”, di non sincronicità, tra l’uomo e i suoi prodotti meccanici che, sempre più nuovi ed efficienti, lo oltrepassano, facendo sì che egli si senta “antiquato”. Oltre che perfetta la macchina è ripetibile, standardizzata, riproducibile in esemplari sempre identici; quindi possiede una specie di eternità che all’individuo umano è negata. Di qui, una rivalità, una impari gara dell’uomo, una inversione dei mezzi con i fini, di cui Anders analizza con grande anticipazione tutta la portata. In particolare, là dove tratta delle tecniche di persuasione, soprattutto televisive e radiofoniche, che ci assediano con immagini-fantasma, irreali, di fronte alle quali l’individuo diventa passivo, maniaco, incapace di pensare e comportarsi liberamente.

“La Tecnica ha reso l’uomo antiquato, obbligandolo nello stretto binario della produzione-consumo, e antiquata e’ divenuta anche la sua attitudine immaginativa, ormai incapace di cogliere gli smisurati effetti di gesti che rischiano di avere nel atomico, nell’evento ultimo la loro epifania onnidistruttiva. In un moralmente imploso, l’ e diventato un sovrappiu per occasioni speciali, un’inutile via traversa, cosi come i campi di battaglia resi obsoleti dal gesto asettico e ripetitivo del disinseritore che annichilisce da lontano”.

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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