L’ALTROVE 🇮🇹

Titolo originale: L’altrove – The darkness beyond
Nazionalità: Italia
Anno: 2000
Genere: Horror
Durata: 70 min.
Regia: Ivan Zuccon

Il film è l’opera prima di Zuccon ed è tratto da un racconto di Howard Phillips Lovecraft.

Il ventottenne Ivan Zuccon è il regista di questo horror dagli interessanti spunti e dalla pregevole confezione. Siamo nel 1571 a Baghdad quando un filosofo arabo traduce e trascrive le pagine che si trovano nel Necronomicon, il famigerato dei morti. All’improvviso una presenza invisibile aggredisce l’uomo e l’uccide. Con un balzo temporale ci troviamo avanti di 500 anni con il mondo sconvolto da un’assurda guerra perpetrata da gruppi di folli invasati ai danni dell’umanità. Si tratta di umani posseduti dai Grandi Antichi che intendono spazzar via la razza umana per sempre. Un manipolo di soldati si troverà a vivere un’orrenda fatta di incubi, torture e terrificanti rivelazioni sull’origine del nostro mondo. Carico di immagini orripilanti e di sequenze di ottimo impatto visivo, “L’Altrove” si snoda in una serie di agghiaccianti situazioni. Il regista Zuccon si dimostra sicuro dietro la macchina da presa ed ha uno stile molto interessante. Di certo si nota l’abilità acquisita dopo essersi “fatto le ossa” con diversi cortometraggi, con il bizzarro film “De Generazione” e dopo aver fatto da assistente a Pupi Avati nel 1999. Inoltre i numerosi riferimenti a Lovecraft donano al film in questione un alone molto tenebroso e suggestivo. Realizzato con diversi supporti (16mm, Betacam e “cinepresa” digitale) “L’Altrove” si avvale di una fotografia onirica e di una recitazione alquanto professionale.

L’unica critica che si può muovere al film è che lo stile da videoclip inficia un po’ sul risultato finale. Difatti (per quanto questa sia una ovvia scelta del regista) la storia tende a frammentarsi in scene di indubbio impatto visivo ma anche di esile collegamento logico. Numerosi gli spunti e le citazioni lungo il corso del film: si va dai cenobiti di Clive Barker ai film di Fulci con una sequenza finale che mi ha ricordato molto “Hardware di Richard Stanley. Intelligente anche la trovata di non dare alla vicenda un vero e proprio protagonista, difatti ogni qualvolta che lo spettatore crede di aver identificato il personaggio principale della storia questi puntualmente viene ucciso. Consiglio vivamente a tutti gli amanti dell’horror di reperire tale prodotto (in di distribuzione in Italia… sigh… ma quando si sveglieranno i nostri?)

Recensione: alexvisani.com

https://www.youtube.com/watch?v=bfZChseOyaQ&feature=youtu.be

 

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By Anam

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