LADYWORLD [SubITA]

Titolo originale: Ladyworld
Paese di produzione: UK
Anno: 2018
Durata: 93 min.
Genere: Thriller, Drammatico
Regia: Amanda Kramer

È la fine del mondo come lo conoscono otto ragazze adolescenti, e nessuno sta bene a Ladyworld. O forse è semplicemente un terremoto che ha fatto precipitare un’intera casa sotto il livello del suolo, lasciando i partecipanti alla festa di compleanno bloccati e in difficoltà. Il debutto nel lungometraggio a basso budget della veterana del teatro Amanda Kramer è definito un Signore delle Mosche al femminile, ma nell’accoppiare le conseguenze di un disastro naturale con il campo minato dell’adolescenza femminile, si dimostra una creazione surreale, selvaggia e superbamente interpretata.

Il film di Kramer è dolorosamente reale nelle sue emozioni ma oniricamente irreale nella sua atmosfera

Il Ladyworld, altamente stilizzato e volutamente minaccioso, non risponde mai esplicitamente alla sua ovvia domanda – cioè perché le adolescenti scelgono di rimanere, aspettare e degenerare nel caos piuttosto che cercare di scavarsi una via d’uscita. Il co-sceneggiatore (con Benjamin Shearn) e Kramer riconosce che la familiarità batte il rischio anche nelle circostanze più difficili.

È con uno schermo nero e i suoni di schianti e crolli che Ladyworld stabilisce la sua premessa. Oltre a questo, i dettagli esplicativi sono scarsi. Quando la festa di Eden (Atheena Frizzell) viene interrotta da pareti che tremano e lampadari che cadono, ciò che è è molto meno importante di ciò che accadrà. Dopo aver trovato le porte e le finestre bloccate, gli amici eleggono con riluttanza un leader per supervisionare il loro tempo nel limbo. La calcolatrice Piper (Annalise Basso) vuole il lavoro, ma la più pragmatica Olivia (Ariela Brady) emerge per un pelo dalla vittoria, anche se la solitaria Romy (Maya Hawke) propone che l’intera nozione non è necessaria.

Passare il tempo armoniosamente e mangiare torta di compleanno per colazione è di breve durata, tuttavia, una volta che un uomo viene individuato all’interno della casa. O lo è? Quando ogni senso di certezza si dissipa, le ragazze si dividono rapidamente in fazioni e la loro già fragile mentalità comincia ad andare in frantumi. Il loro ambiente diventa un campo di battaglia. Sezionando il modo in cui le donne adolescenti e adulte si trattano, si scherniscono e si giudicano a vicenda, né i personaggi né la carneficina emotiva che infliggono sono sottili, ma i risultati sono provocatoriamente astuti.

Ladyworld può sembrare in sintonia con le visioni in stile Heathers, Mean Girls e Jennifer’s Body delle amicizie femminili adolescenziali – e il sentimento del “diavolo è una ragazza adolescente” sposato da quest’ultimo – ma nel portare un’aria quasi allucinatoria al trauma, alla vulnerabilità e persino alla brutalità inerente al diventare una donna, ha più in comune con The Virgin Suicides e Madeline’s Madeline. Il film di Kramer è dolorosamente reale nelle sue emozioni ma oniricamente irreale nella sua atmosfera, una combinazione efficace e ossessionante che è accentuata dalle scelte delle immagini e della colonna sonora.

Le immagini del direttore della fotografia Patrick Meade Jones trasmettono le costrizioni claustrofobiche dell’adolescenza femminile in frequenti inquadrature larghe che collocano ad arte l’intero cast nell’inquadratura, mentre fanno pieno uso di ogni della casa. Eppure questa è un’opera per attori tanto quanto per un regista. Ladyworld incarica il suo cast di otto persone di recitare apertamente una parte nel loro nuovo fragile regno sotterraneo, ognuno rappresentando un diverso aspetto comunemente attribuito alla femminilità. Gli attori sono adeguatamente, sorprendentemente performativi. Tra le interpretazioni forti, il film è una vetrina significativa per Ryan Simpkins, che ha il ruolo più difficile di Dolly. È facile vedere la sua ragazza con la bambola come un’innocente costretta a soffrire, ma una ricchezza di tratti guizza attraverso il complesso ritratto di Simpkins, come nel suo incantevole film.
(https://www.screendaily.com/)

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