KHRUSTALYOV, MY CAR ! [SubENG]

Titolo originale: Khrustalyov, mashinu!
Paese di produzione: Russia, Francia
Anno: 1998
Durata: 137 min.
Genere: Commedia, Drammatico
Regia: Aleksey German

Il chirurgo militare Klensky (Yuri Tsurilo) viene catturato e deportato presso un Gulag, incriminato per via di un complotto ordito da dei dottori, nel corso di una campagna politica antisemita, per assassinare Joseph Stalin.

German si muove ancora una volta tra le pieghe della ufficiale e del periodo staliniano trasformando gli eventi del tempo in una massa informe e misteriosa da indagare attraverso il proprio sublime apparato registico, caratterizzato da un’imprescindibile propensione verso il bianco e nero e da immagini di inebriante potenza. L’autore russo si trova ancora una volta alle prese con una vicenda dall’altissimo valore simbolico, civile e politico. La macchina da presa di German, mobile come sempre e assetata di dettagli sui quali far fluttuare il proprio sguardo, assorbe all’interno del proprio flusso ininterrotto i movimenti dei personaggi, i loro scambi di battute, oltre a un’infinità di elementi che si sovrappongono con una tale generosità che la percezione dello spettatore si trova costretta a uno sforzo ricettivo in più rispetto a qualunque altra visione (esattamente come accadrà nel successivo, altrettanto fluviale e ancora più immenso Hard to Be a God del 2013). Ma è una necessità che German sa bene come ripagare, dal momento che le sue pellicole possiedono sempre e comunque una dimensione onnicomprensiva in grado di trasformare un magma in apparenza informe in una densissima sinfonia che stimola i sensi di chi guarda, trovando l’armonia nel caos. Straordinarie gli scenari che ritraggono una Mosca innevata e sublime l’attenzione del regista a ogni particolare, anche il più millimetrico, della sua messa in scena, che non lascia davvero di intentato e si cimenta nel catturare ogni barlume di e di violenza, approdando e all’epica e alla meraviglia solo dopo aver attraversato la brutalità e l’abiezione. Il titolo fa riferimento all’ordine che Beria (capo della polizia segreta dell’Unione Sovietica) rivolge al suo autista dopo la morte di Stalin.

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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