INSIDE No. 9 [SubITA]

Titolo originale: Inside No. 9
Nazionalità: UK
Anno: 2014 [in produzione]
Genere: Commedia, Drammatico, Horror, Serie TV
Stagioni: 6
Episodi: 6 [stagione]
Durata: 30 min. [episodio]
Ideatori: Reece Shearsmith, Steve Pemberton

È da ormai alcuni anni che nel panorama televisivo si stanno consolidando due fondamentali realtà: che il concetto di comedy – sempre più contaminato con altri generi – si è ampliato a dismisura, e che gli inglesi sono spesso e volentieri i primi a cimentarsi con opere innovative o coraggiose.

Dall’unione di queste certezze nasce la nuova, irriverente, geniale fatica di Reece Shearsmith e Steve Pemberton, già autori di Psychoville e The League of Gentlemen; un’opera che indica la maturazione delle intenzioni espresse nelle precedenti e che ha inevitabilmente segnato l’offerta seriale del 2014, andando a collocarsi tra le migliori novità dell’anno. Composto da soli 6 episodi (perché, si sa, la filosofia inglese è sempre quella), questo nuovo gioiellino ha saputo destreggiarsi tra una varietà impressionante di temi, atmosfere e generi, dimostrando ogni volta come tentare di dare un’etichetta al prodotto sia un’impresa praticamente impossibile.

Quando ci si trova davanti una serie di episodi autoconclusivi con personaggi e situazioni completamente diverse, non si può parlare di trama principale, ma piuttosto (come accade con Black Mirror) di filo conduttore, ovvero qualcosa che consenta agli autori di riunire le puntate in un contesto più ampio: in questo caso la costante è costituita dalla presenza di un ambiente chiuso (la è uno dei temi ricorrenti) e dal numero civico che lo caratterizza, oltre alla presenza di almeno uno dei due creatori come attore. Per quanto riguarda il resto, si può dire che le trame e gli interpreti sono sempre indipendenti, andando a sviluppare storie originali con alcune tra le figure più note del panorama televisivo britannico (giusto per citarne un paio, Katherine Parkinson e Conleth Hill); inoltre, la scrittura di Shearsmith e Pemberton assicura una brillantezza ed un’abilità incredibili e fornisce al tutto una sempre presente (in certi casi meno, in altri molto di più) venatura comica personalissima, in grado di conferire alla narrazione un tono che trascende qualunque limite legato al passaggio tra generi.

Si parla, quindi, di elementi che caratterizzano le serie nella sua interezza, e tra di essi non si possono non citare il gusto per l’orrore (in tutte le sue declinazioni) e per il black humour più spinto, che vengono dosati diversamente in ogni episodio: se “The Harrowing” (1×06), per esempio, segna la definitiva realizzazione del primo, “Last Gasp” (1×04) fa dell’umorismo cattivo e sporco il suo cavallo di battaglia, ed entrambi sconvolgono lo spettatore con le trovate più intelligenti e soprattutto coraggiose, indici di una prontezza ad osare che solo una produzione inglese può avere. Tuttavia, nonostante le due puntate citate siano più “estreme”, ciò non vuol dire che le altre abbiano un impatto inferiore: “A Quiet Night In” (1×02) è niente di meno che un capolavoro di comicità, un folle omaggio al cinema muto che mescola interpretazioni sensazionali a soluzioni geniali, e “Tom & Gerri” (1×03) costituisce – nella sua natura ibrida – una delle puntate più angoscianti e riuscite del 2014, in grado di esplorare la mente umana e allo stesso tempo di sfornare battute brillanti e mai scontate.

Uno degli aspetti che hanno reso la serie così acclamata, comunque, risiede sicuramente nella sua capacità di fondere il classico con il moderno, la citazione con l’innovazione: consapevoli di star esaminando dei generi già ampiamente sfruttati, gli autori ne citano gli esponenti più illustri e alzano il livello attraverso delle reinterpretazioni originali, fresche ed attuali. Si è già citato il riuscitissimo richiamo al cinema muto, ma sarebbe un delitto non parlare di quello che è forse il principale ispiratore dell’intera atmosfera caratteristica della serie, ovvero Edgar Allan Poe: gli elementi dell’ introdotti dalla serie derivano quasi tutti dai racconti del celebre scrittore ottocentesco, tra cui spiccano sicuramente William Wilson e La caduta della casa degli Usher, quest’ultimo espressamente citato nel sesto, terrificante episodio. Anche la comicità, in ogni caso, deriva da questa scelta di innovare e, allo stesso tempo, di non farlo: a soluzioni classiche (come gli equivoci, la fisicità) ne vengono alternate altre più intelligenti e fulminanti, spesso ben oltre la linea del politicamente corretto.

Guarda anche  HOTEL HIBISCUS (SubENG)

Recensione: seriangolo.it

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By Anam

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