HORROR IN BOWERY STREET [SubITA]

Titolo originale: Street
Paese di produzione: USA
Anno: 1987
Durata: 91 min.
Genere: Horror, Commedia, Fantascienza
Regia:

Un negoziante di alcolici vende ai clochard del quartiere un liquore di nome “viper”. Si tratta in realtà di un liquido tossico che scioglie gli organi dei malcapitati.

Il melting movie è considerato un sottogenere del body horror. Si tratta di quei film dove lo scioglimento o la liquefazione corporea diventano il fulcro centrale della storia: in alcuni di essi questa prerogativa è solo occasionale, mentre in altri è l’elemento basilare che li distingue dal resto dei titoli del filone, pensiamo appunto all’australiano “Body Melt” (1993) di Philip Brophy o a questo celebre b-movie degli anni ottanta, “Horror In Bowery Street” (per gli americani “Street Trash”), un piccolo cult dell’epoca.
Il newyorkese Jim Muro realizza questo film e poi sparisce misteriosamente dalla circolazione, lavorando solamente nelle fiction televisive e come operatore video: un peccato, perché “Horror In Bowery Street” incarna alla perfezione quello spirito irriverente di un certo cinema del periodo, nel quale l’orrore veniva mescolato con la giusta dose di ironia (tornano subito in le opere contemporanee di Peter Jackson o quelle di Frank Henenlotter, il regista di “Basket Case” e “Brain Damage”).
Ci troviamo nei bassifondi di Brooklyn: Muro ci fa immergere in queste strade luride, nelle quali i si arrangiano lavando le automobili ai semafori (saltando sopra i cofani), un panorama desolante fatto di sfasciacarrozze, rottami e materassi ma allo stesso tempo attraversato da una forte componente scherzosa (tutti i personaggi sono piuttosto spassosi e sopra le righe).

Qui, in un negozio di bevande frequentato dai barboni, il proprietario mette in vendita un superalcolico chiamato Viper. In realtà si tratta di un liquido usato durante la guerra del Vietnam, che una volta inghiottito scioglie gli organi e i corpi delle vittime. Proprio a queste scene è legato il successo a livello underground del film, sequenze nelle quali i malcapitati si squagliano come un cubetto di ghiaccio messo nel forno, un’implosione splatter coloratissima (come quando uno dei si scioglie sulla tazza del cesso) tra schifosi rigurgiti e fiumi di vernice (altro che sangue!) che dipingono lo schermo come la tavolozza di un pittore. Ci si diverte parecchio pure quando i protagonisti improvvisano una partita a football americano con un pene evirato, quasi una comica che smorza (come gran parte dell’opera) quel concetto di fondo che muove una critica alla guerra, con i reduci del Vietnam costretti a espiare le proprie colpe in modo postumo.
“Horror In Bowery Street” è all’ennesima potenza, ma è un trash anarchico, sporco, volgare (la parola fuck è pronunciata 128 volte) e politicamente scorretto (ai limiti di alcuni prodotti Troma), un lungometraggio fortemente voluto da un regista tutt’altro che sprovveduto e capace anche di saper lavorare bene con la steadicam. Per gli amanti dello splatter questo è un titolo imprescindibile, da vedere in compagnia con popcorn e tanta birra. Tutti gli altri ne stiano alla larga, potrebbe comportare strani effetti collaterali.

cinemaestremo.wordpress.com

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By Anam

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