HANSEL AND GRETEL [SubITA]

Titolo originale: Hansel e Gretel
Paese di produzione: Corea del Sud
Anno: 2007
Durata: 117 min.
Genere: Drammatico, Fantastico, Horror
Regia: Pil-sung Yim

Il venditore Eun-Soo perde i sensi dopo un incidente stradale. Al suo risveglio viene condotto da una ragazzina in una in mezzzo al bosco: la famiglia che vi abita cela però degli oscuri segreti.

La prima cosa che si percepisce è l’eccessiva perfezione. Ci sono splendidi colori caldi, rassicuranti in confronto agli altri film di questo genere. Nell’abitazione i mobili sono pieni di pupazzi, i giocattoli sparsi ovunque e alle pareti colorate sono appesi quadri di inquietanti figure da sogno. Gli abiti sono graziosi, curati in ogni dettaglio, dal taglio del tessuto ai numerosi particolari e rendono le ragazzine quasi delle bambole loro stesse. Sin dal momento iniziale si ha una sensazione di disagio davanti a questa eccessiva perfezione e si capisce che non si tratta del solito horror. Si è proiettati in una favola, costretti ad aggrapparci all’esperienza di Eun-soo, in quanto non essendo presenti le tipiche situazioni quali bambine con lunghi capelli neri che compaiono alle spalle, si rimane incapaci di avanzare qualsiasi ipotesi su cosa succederà. Si brancola insieme al protagonista prima nella casa, poi nel bosco, poi di nuovo nella casa, invischiati nel gioco dei bambini senza che si riesca ad uscirne. I giovani protagonisti non possono fare a meno di rapire: per il carattere, per l’aspetto, per il comportamento educato, è impossibile non adorarli. Ma via via che il film continua, un sospetto inizia a crescere, a pesare e non ci si può credere: non è perchè sia qualcosa di così fuori dal comune (dopotutto nelle pellicole siamo abituati a vedere qualsiasi tipo di avvenimento), bensì perchè non ci si vuole credere. I bambini non possono averlo fatto. I bambini non possono aver pensato una cosa simile. Il trucco geniale per procurare incredulità, sbigottimento è far legare lo spettatore, volente o nolente, ai personaggi: non ci si può sottrarre, è un processo naturale che continua per tutto il film. E più si scoprono cose terribili, più si nega, si trovano giustificazioni, incollati allo schermo. La bellezza di questo film, oltre a saper ricreare un ambiente allo stesso tempo fiabesco e realistico (basta solo perdersi nel bosco per trovare questa pseudo di marzapane, niente di più), sta nel condurre lo spettatore mano nella mano col protagonista, far provare ad entrambi le stesse sensazioni, far venire gli stessi dubbi. “Io cos’avrei fatto?” è un interrogativo dal quale non potrete sfuggire.

Altro punto non trascurabile è la straordinaria profondità dei personaggi, tratteggiati in storia familiare ed affetti con la stessa cura che è stata dedicata a tutto il film. Di chiunque si tratti, non fa il male per capriccio, il bene per ignoranza: ogni comportamento corrisponde ad un passato preciso,
ogni carattere è stato modellato fino al raggiungimento di quello stato. Ci si chiede se si possa davvero giudicare il male in quanto tale sempre; ci si chiede se si possano ignorare cose orribili e considerare le persone allo stesso modo in cui si era fatto all’inizio. Ci si chiede perchè al mondo esista tanta crudeltà e perchè non si riesca mai a vedere, perchè nessuno abbia mai davvero fatto qualcosa per debellarla.
E’ una storia splendida che saprà prendervi, attrarvi, soprattutto per la bravura dei giovanissimi attori che recitano con una spontaneità incredibile. Si è catturati come lo si era da piccoli con le favole. Ci si emoziona e commuove. E, terminata la visione, rimane una domanda: perchè alla fine non si può vivere tutti felici e contenti?

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