FIRE AND ICE

Titolo originale: Fire and Ice
Nazionalità: USA
Anno: 1983
Genere: Animazione, Fantastico, Epico
Durata: 81 min.
Regia: Ralph Bakshi

Mentre l’Era Glaciale sta per concludersi, un mortale conflitto oppone il Regno del Ghiaccio, dominato dalla regina Juliana e da suo Nekron, alla Terra del Fuoco, governata dal sovrano Jarol e dalla figlia Teegra…

Quando esce Fire & Ice nel 1983 il film si trova, volente o nolente, al vertice di alcune cose. Innanzitutto di un momento storico: quello dell’esplosione della fantasy nei media di massa. A patire dall’editoria più o meno la popolarità del genere è stata in ascesa costante, dai libri di Moorcock ai fumetti di Métal Hurlant/Heavy Metal e Conan fino allo sdoganamento totale nei primi tre anni anni degli ottanta con Dungeons & Dragons, i Masters of the Universe e Dragon’s Lair nelle camerette di ogni adolescente d’America. Il Fantasy e la tra la metà degli anni settanta e la metà degli anni ottanta sono per i più giovani quello che furono il Western e l’ Horror per i loro padri. Conan il barbaro, vera e propria breccia culturale per il genere presso il pubblico mondiale, arriva al cinema nel 1982 sulla spinta di milioni di coatti e rockettari che nei settanta si tatuavano asce bipenni, leggevano Spada Selvaggia e aerografavano i loro van con barbari e donne seminude. Era l’emanazione più lineare e sdoganabile di un genere che lambiva con altre incarnazioni e sfumature più o meno complesse un po’ chiunque: bambini, hippie, metallari, studenti fattoni di Berkeley e Gianni Alemanno. Fire & Ice racchiude, quando questa narrativa si stava già avviando al suo riflusso e sovraffollamento, la summa un po’ di tutto il meglio fino a lì. Dopo di lui il diluvio, o quasi.

Si pone materialmente al vertice del rotoscopio, quella tecnica di cui il suo regista Ralph Bakshi è stato cantore e martire ineguagliato, e che con l’acidissimo Il Signore degli anelli e il meraviglioso American pop ha tracciato una linea di stato dell’arte della faccenda con la quale però ha anche minato la sua carriera a causa dei costi esorbitanti non corrisposti da incassi altrettanto alti. Una di quelle residue figure d’arte, autoriali e visionarie in un cinema d’animazione che stava semplicemente morendo sotto il botteghino Disney, schiavo del peggior buonismo.

In breve: il rotoscopio consiste nel ridisegnare un cartone animato fotogramma per fotogramma sopra ad un girato con attori e ambientazione veri; una tecnica dispendiosa perché raddoppia le manodopera e i passaggi ma che permette momenti e soluzioni superbi per l’animazione, per quanto a volte strani. Bakshi, immolandosi con un cocente fallimento economico, è l’uomo che ha consegnato uno dei più grossi artefatti di psichedelia al cinema: lo fece proprio con il genere fantasy nel suo Signore degli anelli e al genere fantasy tornò con Fire and Ice per scolpirne un rispettoso e appassionato epitaffio quando questo cominciava ormai la sua discesa nel limbo. Epitaffio a lui e alla tecnica del rotoscopio.

Si pone infine al vertice di Frazetta, che spero di non dovervi spiegare chi sia e quindi non lo farò. È al vertice di Frazetta perché dopo decenni di illustrazione e pittura che hanno cambiato per sempre alcuni immaginari e ridefinito la qualità dell’illustrazione commerciale, il maestro entra negli anni successivi nella fase un po’ di risacca della sua carriera. Un po’ per cause di salute via via incalzanti e un po’ perché ormai Frazetta era Frazetta e il nostro si godeva sempre di più i frutti della sua celebrità, producendo di meno stando alla testa degli enormi introiti per le licenze dei suoi lavori e i ricavi ormai da arte contemporanea della vendita dei suoi originali.

Ma in Fire & Ice ci sta tutta la poetica muscolare, michelangiolesca, epica ed eterna dei suoi primi rivoluzionari lavori, quella voglia di fare qualcosa che ridefinisca e chiuda un’idea. Qui Frazetta diventa vivo, vero, tutto il film è un’ode alla sua idea di fisicità e di avventura. Per quanto il film non fu un successo al botteghino è intimamente un film riuscito.

Per motivi che vi spiegherà tra poco il mio caro amico Jackie Lang questo è il film d’animazione che per maestranze coinvolte, impegno profuso e idea di fondo, doveva trattato su questo sito ad ogni costo. Perché al di là del fatto che si menano, si prendono a spadate, che ci sono le tette e i mostri, è un atto d’amore puro e incompromissibile ad un epoca che era già morta, un film retto e morale se vogliamo, un atto d’artista di due grandi artisti come Frazetta e Bakshi e come tutti i grandi atti artistici pieno di difetti e cose non condivisibili e quindi grandioso perché osa. Osa anche nel portare al cinema una storia e un’ambientazione completamente sue, un mondo e una mitologia proprie, a differenza della quasi totalità dei film fantasy che si appoggiavano a romanzi o idee di altri. Insomma: che vi piaccia o no il risultato credo che sia uno di quei pochi cartoni animati che ogni adulto deve aver visto, soprattutto se nostro lettore.

Questa storia inizia quando io, che sono un ignorante, vengo iniziato da Darth Von Trier a Fire and Ice: “Ah ma è di Bakshi, quello del cartone del Signore degli anelli…” – “Si ma anche di Frazetta eh!” – “……..aaaaahhh…… Vabbè, gli dò un’occhiata tanto sta integrale su YouTube”.
I primi 4 minuti fanno bella mostra di alcune delle sequenze animate peggiori che abbia mai visto, tra le più povere e tristi in assoluto, anche quando arrivano i protagonisti il character design è vicino a Masters of the Universe e i volti sono animati con una pigrizia ingiusta. Darth si è rincoglionito e dovrò io a dirglielo.

In un’era fantasy c’è un grande signore cattivo, uno di quelli magggici, che riesce a comandare il ghiaccio e lo sta facendo avanzare su tutta la Terra, assieme ad un suo esercito di esseri sub-umani. Ghiaccio che emerge, uomini un villaggio che viene distrutto e razzie dei sub-umani (o quel che sono), sono passati 8 minuti e comincia una sequenza d’azione micidiale: il protagonista, Larn, è l’unico sopravvissuto del villaggio ma si finge morto per scappare ai sub-umani, ne ammazza un paio e poi comincia una corsa stupefacente (non scherzo) che si conclude con un questo momento di cui vi ho lasciato il minutaggio perchè vi voglio bene. Ecco questo è l’istante preciso in cui ho capito che, come al solito, è meglio Darth.

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Non vi sto a spiegare come il film sia stato fatto (cioè la tecnica del rotoscoping) perchè so che siete reduci dalla più esaustiva delle spiegazioni possibili, ma è questo il momento in cui si capisce quello che vedremo e come lo vedremo: corpi di carne vera che fanno cose. Che poi è il segreto del cinema d’azione.
Dei molti film fatti in rotoscoping Fire and Ice è forse l’unico pensato seriamente intorno all’idea di corpo e di carne, è fatto di personaggi praticamente nudi per tutto il tempo, corpi esibiti, è un complesso di muscoli, carne, grasso e movimenti stupendi, come l’animazione non ha mai fatto prima nè dopo. Nella fuga che precede il fotogramma qua sopra Larn corre a figura intera muovendosi con un coinvolgimento che non vedevo dall’epica corsa nell’aeroporto di William Peteresen in Vivere e morire a Los Angeles, viene mancato di pochissimo da un’accetta e ha una reazione di una fluidità e una rapidità che gridano, un’armonia d’azione che mi ha commosso ancora prima che capissi che questo è un cartone in cui il corpo dei personaggi ha una consistenza che si sente, dentro la quale le dita affondano. E non avevo ancora visto il meglio.

Fino a qui siamo nella perfezione tecnica (si lo so, ho iniziato dicendo il contrario e non lo rinnego, per tutto quello che non è corpo e movimento è un cartone animato fatto davvero male, però quando capirete cosa guardare non ve ne potrà fregare di meno del resto) ma Fire & Ice è un film vero, uno dei più calciosi mai visti in vita mia. Anche solo a partire dalla trama. Questo basterà al remake che dovrebbe farne Robert Rodriguez? Non credo.
Come vi dicevo c’è un uomo, ultimo sopravvissuto del suo villaggio a causa di un conflitto che coinvolge tutto l’universo tra fuoco e ghiaccio, e lui da solo, non avendo più niente al mondo parte a piedi per andare a vendicarsi. Per strada incontra un socio (il mio personaggio preferito) Darkwolf, non si sa da dove venga ma vuole anche lui vendicarsi, è una bestia motivatissima, più vecchio, più esperto e più incazzato, quasi non parla. Insomma Fire and Ice è un film tutto di corsa, una folle rincorsa contro uno potentissimo da parte di due che dalla loro hanno solo il fatto di incazzati neri. Già mi ha preso, poi entra in scena lei.

Teegra, figlia del re della Torre del sole, sta così, con due tratti di matita che la separano dal porno per tutto il film, viene subito rapita dai sub-umani per conto della fazione del ghiaccio ma si libera, scappa e come immaginerete incontra i due altri protagonisti unendosi a loro nella quest principale. Lei è la dimostrazione oltre ogni possibile miopia della potenza di Fire and Ice, ha una presenza impossibile per qualsiasi donna reale, è una pin-up/porno attrice presa in una storia fantasy (“Ah vabbè! Il trono di spade!” direte voi e in effetti…) che viene guardata da Bakshi con una passione pazzesca per le sue forme e la maniera in cui queste si muovono, oscillano, ruotano e mostrano la propria consistenza.
Teegra è il tipo che cerca di arrapare i sub-umani per scappare, non fa finta di non quello che è, il film lo sa e lo sfrutta. Fire and Ice non è un’opera ipocrita, ha deciso di avere un corpo femminile mostruoso e lo esibisce al massimo non privandosi anche di inquadrature come questa.

Larn e Teegra ovviamente vivranno una storia d’amore e ovviamente sarà come tutto il resto in Fire and Ice, una questione di corpo e carne, non di cuore. Non c’è molto di sentimentale, i due non è che si parlino così tanto ma si toccano si strusciano, si cercano. Non finiranno a fare sesso (sarebbe stato davvero troppo) ma ad un certo punto avrete la sensazione che se pure lo facessero e questo si vedesse non è che sarebbe poi così strano. Quello di Fire and Ice è un mondo dove c’è morte e violenza ovunque, fai il bagno in un lago e c’è un mostro orrendo, entri in un giungla e ci sono degli animali feroci, rimani nel villaggio e muori, incontri persone e cercano di ucciderti ad accettate, è un mondo di sola azione in cui conta solo possedere un corpo.
Insomma potrei andare avanti tutto il pomeriggio a mettervi screenshot di Fire and Ice ma preferisco vi vediate quello che qui dichiaro il film d’animazione più calciabile di sempre.

Recensione: i400calci.com

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By Anam

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