Titolo originale: Abeojineun Gaeda
Paese di produzione: Corea del Sud
Anno: 2010
Durata: 94 min.
Genere: Drammatico, Thriller, Horror
Regia: Sang-woo Lee
Se MOTHER IS A WHORE è stato una serie di pugni in faccia a ripetizione, il successivo film di Lee Sang-woo, regista coreano totalmente indipendente e anarchico, è una pellicola che necessita di tempo per colpire allo stomaco, prima di entrare nel vortice delle perversioni e abomini finali di una famiglia più che mai disfunzionale, deviata e malsana come in quelle della sua opera precedente sopra citata.
Periferia di Seoul. Tre figli, dopo la morte della madre, vivono assieme al padre, un essere spregevole e autoritario, che li tratta come tre cani al guinzaglio e sevizia alla prima occasione. Il più giovane dei tre, armato di caschetto, ha evidenti problemi mentali e l’unico suo pensiero è mangiare. Il secondo, dal volto deturpato dal fuoco (opera del padre) ama dipingere ed è ossessionato dal sesso, finendo per masturbarsi in continuazione. Il più grande, quello in apparenza più equilibrato e parzialmente più rispettato dal bestiale genitore, vede l’assurdo equilibrio familiare spezzarsi improvvisamente quando suo padre porta in casa un ragazzo cinese trovato per strada. Quest’ultimo diventerà amante e nuovo figlio prediletto del padre tiranno, il quale non esisterà a fare sesso con lui davanti ai suoi tre figli, ai quali nega anche il cibo quotidiano per donarlo al suo nuovo compagno.
Quando il figlio più grande porterà una ragazza disagiata senzatetto, raccattata per strada, l’equilibrio familiare non solo si spezzerà definitivamente ma scivolerà in una spirale di odio e violenza catastrofica …….
Dialoghi ridotti ai minimi termini (inesistenti per lunghi tratti della pellicola) lasciano per fortuna spazio a situazioni morbose e malsane disperate, dove gelosie e abomini di varia natura cresceranno esponenzialmente in una parte finale quanto mai estrema. Tra omicidi, torture, stupri e altre degenerazioni familiari, spesso grottesche, l’effetto shock è assicurato.
Il legame spezzato con la madre defunta (uno dei tre ha il tatuaggio di lei sulla schiena) rappresenterà la parte drammatica della pellicola, mentre le maschere, bellissime quanto inquietanti, presenti nella casa rappresentano la chiara facciata di perbenismo delle famiglie coreano, le quali, spesso secondo Lee Sang-woo, nascondono diaboliche perversioni e segreti inconfessabili nelle segrete stanze.
FATHER IS A DOG è un’opera estrema, anarchica ed impazzita, fuori da qualsiasi schema o logica cinematografica, in quanto libera le perversioni più deliranti di un regista sicuramente geniale e meritevole di una menzione speciale nel panorama asiatico avvezzo all’estremo più malato. Come per MOTHER IS A WHORE siamo al cospetto di una pellicola priva di moralità, etica, ed emozioni ma ricca di colpi estremi ad effetto destinati a lasciare il segno!
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