DESPUES DE LUCIA (SubITA)

Titolo originale: Después de Lucía
Nazionalità: Francia, Messico
Anno: 2012
Genere: Drammatico
Durata: 93 min.
Regia: Michel Franco

Dopo la morte di Lucia, nel tentativo di superare il dolore, suo marito Roberto e sua Alejandra si trasferiscono in Messico, per cominciare una nuova vita. Ben presto, nella nuova scuola, Alejandra diventa oggetto di invidia e da parte dei suoi compagni…

È un film choc Después de Lucia, che si è aggiudicato il Premio Un Certain Regard del 65mo Festival di Cannes. Nella sua opera precedente, il regista messicano Michel Franco raccontava di un fratello e una sorella costretti a girare un film porno underground. Daniel Y Ana emanava un disagio viscerale che il regista torna a infondere in questo suo nuovo film che tratta delle molestie e delle reazioni che suscitano quando un sistema imperfetto regola un mondo crudele.

La storia comincia all’indomani della morte di una che spinge il padre (l’imponente Hernan Mendoza) e sua figlia (la giovane ingenua Tessa Ia) a traslocare dalla costa verso la capitale del Messico. L’adolescente fa l’errore di andare a letto la prima sera con un ragazzo che si affretta a diffondere su il video del loro incontro. Le voci corrono e la reputazione della ragazza va in frantumi. I suoi vecchi compagni non fanno che umiliarla e le aggressioni morali e fisiche vanno sempre oltre. Il non sa niente fino al giorno in cui la situazione degenererà completamente e sarà troppo tardi perché intervengano le autorità.

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Dal piano sequenza che apre il film (il recupera una che è stata riparata prima di abbandonarla in mezzo a un incrocio), lo stile di Michel Franco è ben definito. Il regista è molto forte nell’utilizzo della camera testimone, passiva, che suscita più domande delle risposte che dà. Il pubblico si aspetta che questa ragazza si rivolti contro i suoi aggressori. Si aspetta che questo imponente e protettivo salvi sua figlia dall’incubo. Reclama una che la camera si rifiuta di captare, continuando a filmare l’impotenza apatica di un che di disintegra e che ci mette in allarme. Lo spettatore sente arrivare una fine tragica, ma Michel Franco riesce in un potente tour de force invertendo le sue vittime. L’ultima scena del film, e soprattutto l’ultima inquadratura (un parallelo intelligente con la sequenza d’apertura), lasciano lo spettatore tra il giubilo e il rimorso, definitivamente chiamato in causa.

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Recensione: cineuropa.org

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