CLOSED CURTAIN (SubITA)

Titolo originale: Pardé
Paese di produzione: Iran
Anno: 2013
Durata: 106 min
Genere: Drammatico, Psicologico
Regia: Jafar Panahi & Kambuzia Partovi

Sinossi:
Un uomo, uno scrittore (Kambuzia Partovi) si rifugia in una villa al mare, chiuso dietro pesanti tende nere, assediato dalla sua depressione e dal senso del divieto. Una giovane donna in fuga (Maryam Moghadam) appare una notte, si rifiuta di andarsene, e all’alba l’arrivo di un altro ospite inatteso fa sfumare la fragile quiete.

Recensione:
Pardé non si guarda. Ti spalanca l’anima come una porta segreta che non può restare chiusa. Jafar Panahi — costretto al silenzio dai decreti del potere — torna a filmare, ma lo fa dal dentro: è lui in una casa dall’aria sospesa, dietro tende che non coprono nulla ma rivelano tutto. Quella dimora sul Mar Caspio è corpo psichico e gabbia insieme, e non c’è finestra libera dal terrore del controllo.

Kambuzia Partovi è scrittore in esilio mentale, la sua presenza è equilibrio sull’orlo dell’abisso. Maryam Moghadam, la ragazza fuggitiva, è frattura e speranza: non vuole fuggire, eppure è presenza che irrompe tra muri e silenzi. Poi arriva Panahi — non come regista carismatico, ma come creatura sospesa, punto debole e nervo scoperto del film.

Leggere 366weirdmovies.com — senza mostrarlo — ha fatto fluire nella recensione una nota inquieta: Pardé è un incantesimo in cui la repressione diventa forma cinematografica. C’è una scena dove la tenda viene chiusa lentamente, e il suono diventa un tamburo di clausura, e ti accorgi che il film è processo interiore, non patto narrativo.

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Capovolge ogni regola del racconto: è docufiction senza documentazione, metafora senza manuale. Panahi dice che ha cominciato a filmare in uno stato di depressione, e nel film si vede: la malinconia non si racconta, s’insinua come liquido vischioso, invade le inquadrature, soffoca ogni cornice.

La censura reagì. Il governo iraniano sequestrò i passaporti di Partovi e Moghadam, impedendogli di parlare oltremare. E tu lo senti: il film parla pur senza voce. È manifesto e invito silenziato.

Non vince tesori visivi o trama epica. Vede fiorire un autore decapitato, gettato nel vuoto, che torna a respirare. Pardé è il frammento che resiste.

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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