THE RESURRECTION OF A BASTARD [SubITA]

Titolo originale: De wederopstanding van een klootzak
Nazionalità: Olanda
Anno: 2013
Genere: Drammatico, Grottesco, Visionario
Durata: 90 min.
Regia: Guido van Driel

Ronnie, un truffatore di Amsterdam sopravvissuto a un tentativo di omicidio, si aggira con il suo autista depresso Janus per la città frisone di Dokkum, alla ricerca di vendetta. Eduardo, un immigrato illegale angolano che non può parlare degli orrori del passato, ha di fronte a sé solo prospettive incerte. Sul loro cammino ci sono anche un cameriere d’hotel con un gatto malato e un coppia con un grande dolore. Tutto quello che devono fare è aiutarsi a vicenda.

“Tragicommedia surreale divertente e lirica con una nota di malinconia”, ma anche un thriller con colpi di scena.

The Resurrection of a Bastard, tratto dal graphic novel Om Meekar in Dokkum improbabile incontro, sotto una vecchia quercia, tra alcuni personaggi molto diversi tra loro, che finiranno per aiutarsi a vicenda: il criminale Ronnie, appena sopravvissuto a un tentativo di liquidarlo, un vecchio contadino frisone deciso a vendicarsi, un immigrato illegale dell’Angola, con un futuro incerto. Accanto a loro, una guardia del depressa, un cameriere con un gatto ammalato e una coppia che nasconde un grande dolore…

De Wederopstanding van een Klootzak è il lungometraggio d’esordio (a parte il U spreekt met Frank Laufer, su un fotografo olandese ossessionato dalla religione, e un film tv nel 2007) di Guido van Driel, nato ad Amsterdam, e illustratore (l’ultimo romanzo a fumetti è del 2012 e si chiama Gasten) che ha tratto il film, insieme al cosceneggiatore Bas Blokker, da un suo graphic novel del 2004, Om Meekar in Dokkum.

“Volevo fare qualcosa tra Tarkovskij e Tarantino. Una volta sul set, sono diventato più umile” scherza il regista, che tra i suoi miti cita proprio Tarkovskij, insieme a Fellini e Lynch.

Nel cast Yorick van Wageningen (The new World, Millennium – Uomini che odiano le donne, 47 Ronin) Rian Gerritsen (Black Book) Juda Goslinga (Rundskop, Nova zembla) Goua Robert Grovogui, Leny Breederveld, René Groothof e l’attore scomparso di recente Jeroen Willems (Ocean’s Twelve, Lena).

“Guido van Driel ci ha profondamente impressionato con la sua originale, cupa e quasi magica, raccontata con equilibrio e controllo. Anche gli attori offrono performance indimenticabili”. Così il direttore del Rotterdam International Film Festival Rutger Wolfson ha commentato la scelta dell’anteprima.

Recensione: sentieriselvaggi.it

Il vecchio Ronnie è un gangster gigantesco, violento, specializzato nel recupero crediti, che non si crea scrupolo in nessuna situazione anche quando c’è da ammazzare di botte una donna; il nuovo Ronnie è meditativo, sensitivo, ha acuito il gusto per la buona cucina e per i buoni sentimenti; in mezzo una pallottola che gli ha sfiorato il cervello al culmine di una festa assurda.
Intorno a questo perno centrale Guido van Driel costruisce la sua opera prima direttamente derivata da una sua graphic novel: la trasformazione di un bastardo che passa per il contatto ravvicinato con la morte, si svolge in una ambientazione dove la natura ha un’anima , in una Olanda dove ancora echeggiano le tradizioni dei Frisoni, proprio nella città che vide il martirio di San Bonifacio che tento l’evangelizzazione nell’VII secolo di una terra fortemente pervasa dal misticismo dei riti pagani.
In mezzo un emigrato dall’Angola che sposa il suo animismo con la natura, un rozzo contadino in cerca di vendetta e una serie di personaggi di contorno, alcuni dei quali assolutamente straordinari.
La che procede su binari paralleli che tendono però a convergere all’infinito è sviluppata su toni ora da black comedy, ora da rivisitazione tarantiniana, ora da gangster movie, sempre però con un alone di leggerezza e di mistero che regalano alla pellicola la giusta tensione fino alla fine.
La provenienza dalla graphic art del regista si apprezza soprattutto nel suo sapere presentare immagini che sembrano degli schizzi colorati, dominati dal piattume olandese a ridosso delle enormi dighe e del mare.
Il film è sì, forse semplicisticamente, la resurrezione di un bastardo, ma è anche una rilettura di tradizioni popolari quasi con sguardo antropologico che fanno scivolare via spesso e volentieri il clima da noir che il film sembra voler ogni tanto indossare, ma soprattutto è un lavoro che è pieno di sorprese: dal compare con le basette vintage sempre pronto a dileggiare gli immigrati all’altro compare cinefilo animato da profondo sadismo che però decide di prendersi un anno sabatico, fino al capobanda dal nome impegnativo (James Joyce) che suona la elettrica e parla per parabole; un finale misterioso e soave e una figura, quella di Ronnie, che anche grazie all’ottima prova di Yorick van Wageningen, risulta una delle più belle di questo scorcio del panorama cinematografico europeo.
Commedia dark condita con ironia, Tarantino da una parte e i fratelli Coen dall’altra, The Resurrection of a Bastard è film piacevolmente sorprendente che mette in evidenza le doti di un regista che probabilmente faremo bene a seguire nel futuro.

Guarda anche  BABY BLUES [SubITA]

Recensione: cinemissile.blogspot.com

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By catsicklair sub
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