Titolo originale: Bicycleran
Paese di produzione: Iran
Anno: 1989
Durata: 82 min.
Genere: Drammatico, Visionario, Grottesco
Regia: Mohsen Makhmalbaf
Nasim (Moharram Zaynalzadeh), un poverissimo immigrato afghano in Iran, ha bisogno di soldi per curare la moglie gravemente malata (Mahshid Afsharzadeh). Pur di racimolare il denaro necessario, accetta di sottoporsi a un’estenuante maratona ciclistica: per il divertimento del pubblico, correrà in bicicletta senza sosta per sei giorni.
Per dirigere e sceneggiare questa curiosa favola ambientata in un Iran pittoresco quanto spietato, il regista iraniano Mohsen Makhmalbaf racconta di essersi ispirato a un episodio della sua infanzia: la storia di un ciclista pakistano che riuscì a pedalare in un campo da basket per una settimana intera. La storia di Nasim, parabola di stampo realista con tutti i crismi del caso (la lotta dell’uomo disperato oppresso dagli sfruttatori), può anche essere letta come allegoria: il moto perpetuo del protagonista, costretto per giorni e notti a girare letteralmente in tondo, non è forse simbolo perfetto dell’immobilismo della società? Complice una colonna sonora incalzante e a tratti magniloquente, lo stile di Makhmalbaf è barocco, visionario, a tratti eccessivo. E il risultato è interessante, ma vittima di alcuni momenti di stanca di troppo. In un piccolo ruolo, ancora bambina, recita la figlia del regista Samira Makhmalbaf, in seguito divenuta anche lei nota cineasta.
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