AVERE VENT’ANNI 🇮🇹

Titolo originale: Avere vent’anni
Nazionalità: Italia
Anno: 1978
Genere: Drammatico, Erotico
Durata: 81 min. [versione censurata] 94 min. [versione integrale]
Regia: Fernando Di Leo

 

Talvolta capita che, nei cassetti dei grandi sceneggiatori, giacciano per anni storie in cui si è creduto fortemente, ma che la vita o il caso non ha permesso di narrare e tradurre in pellicola per anni.
Poi dopo dieci anni riescono a farlo, ma le cose non vanno come preventivato. È il caso di “Avere Vent’anni”. Nato dalla penna solerte e urgente di Fernando Di Leo all’indomani del ’68, dei suoi pre-post-ultra femminismi, delle rivoluzioni soprattutto sessuali, dei mondi artificiali, delle comuni, voleva raccontare come di libertà si possa anche morire, anche se si è “Giovani, Belle e Incazzate!!”.

Invece, con immutate tematiche e piglio, esce nelle sale nel 1978, cioè quando in Italia tutte le declinazioni dell’arcobaleno sessantottino virarono sul Grigio Piombo. Il risultato è il film più censurato e controverso del Gran Maestro dell’Erotico e del Noir Fernando Di Leo (che col noir di problemi ne ebbe non pochi, ma quando virava all’Erotico erano capperi amari… grossi problemi anche con il bel “Brucia ragazzo Brucia!”).

La storia è quella di Tina (una esplosiva, sensualissima e sessuo-bulimica Lilli Carati) e Lia ( una dolce, stupenda e un po’ lesbo Gloria Guida), due ragazze della provincia che scappano di casa per realizzare la loro indipendenza e vivere in prima persona la libertà sessuale e non , oppresse dall’arretratezza dei loro borghi d’origine. Si devono scontrare con la dura realtà di un mondo crudo, ignorante e cinico dove una ragazza che chiede l’autostop “è una pazza oltre che essere una troia”. Finiscono ben presto in una comune di Roma: “La Comune del Nazariota” , all’anagrafe Michele Palumbo (il grande attore teatrale di rivista e avanspettacolo scomparso nell’89: Vittorio Caprioli), un delinquentello ormai in là con gli anni, che tira su qualche soldino con la Comune da lui gestita, che raccoglie Hippies dell’ultim’ora, spiriti liberi pre New age e qualche tossico. Tra un’esperienza sessuale più o meno rovinosa e l’altra, conoscono il surreale mimo Argiumas, (un Leopoldo Mastelloni molto teatrale) il bel tenebroso, drogato, ex cattedratico Rico ( Ray Loveloc, già visto su “Milano Odia, La polizia non…”) col quale le ragazze, ma soprattutto l’esuberante Tina, non mancheranno d’accoppiarsi in varia maniera (in un menage a trois che Thelma e Luise se lo sognano… non ci credete?), ed il cinico, spione e loffio Riccetto (l’attore caratterista Vincenzo Crocitti già visto in centinaia di film della Commedia Scollacciata). Le ragazze dimostrano di sapersi adattare e sapersela cavare, con lavori saltuari, sempre usando la propria avvenenza e intelligenza, verso un emancipazione divertita e goduriosa. Il sogno svanisce con lo sgombero della Comune, dopo una retata della Polizia che rinviene sostanza stupefacente nei locali della stessa.

Il film vira su tinte sempre più polizziottesche e conosciamo il , suo malgrado “comico”, Commissario Zamboni (si è proprio lui GiorgioBracardi… “tzè,tzè,Prrrrrr… Tììnnnn… adunataaaa!… Porco Boia!!!”) e il suo che porta al rinvio delle belle Lia e Tina a casina loro, al paesello. Poi più che una virata c’è una sterzata da inversione a U in mezzo alla tangenziale, con una scena finale Straziante, inaspettata ,cruda, insensata, Violenta, dura e deturpante… gli ultimi fotogrammi ti si imprimono dentro. Un colpo di coda di genio.

A quanto pare il film non ebbe il sperato e poi ci si mise anche la censura, per via di quel finale Shockante e di una scena lesbo, che vista oggi sembra un normale scambio di effusioni tra due protagoniste donne di un qualunque schifoso reality show…. Quindi il film venne ritirato e rimontato,allungati dei dialoghi, tagliato il finale Violento, montato un nuovo finale consolante e caciarone (cioè un fermo immagine sul culo della Carati che chiede passaggio! sic.) in linea con la maggior parte dei sexy scollacciati del tempo.

La versione edulcorata risulta una commedietta sexy, con intenti psico-socio-pedagogici, qualche battutaccia, dialoghi cambiati in peggio, un pò più su della media degli “erotici” del tempo e con qualche centimetro di pelo e di pelle nuda in più.

La versione Integrale è un erotico fortemente adeso all’attualità ed attento alla sociologia, un film composito con schiaffo in faccia finale. Degno dei migliori B-Movie , con una serie di spunti narrativi che il voracissimo copycat Q.Tarantino non ha mancato di fare suoi nel tratteggiare alcune personalità delle ragazze del suo road movie “A Prova di Morte” del 2007.

In questa ultima versione rimane intatto il messaggio di fondo, quello della emancipazione della donna, il cammino verso l’indipendenza sessuale e professionale, cammino spesso bruscamente interrotto dall’ignoranza e brutalità degli uomini (discorso validissimo ancora oggi). Il suo difetto è che globalmente, come film non è riuscito a oggettivizzare tutti i temi messi in campo. Il film nella sua versione integrale è stato riproposto nel 2004 alla Mostra del Cinema di Venezia nella retrospettiva “Storia Segreta del Cinema Italiano – Italian Kings of the B’s”. Fernando Di Leo, anni dopo, parlando di questo film disse che il pubblico non lo capì. Era un film diretto ai giovani, che forse mitizzavano troppo la Guida e la Carati, in quanto pezzi di gnocca intergalattica, (erano oggettivamente famosissime e all’apice della loro carriere di starlette tutte nude e tutte calde) e mostrare loro ciò che è il finale di questo film, forse , fu un pò troppo (brutti pipparoli demmerda!!!)… “Ho fatto male i miei calcoli” ebbe modo di affermare il compianto Maestro.

Guarda anche  DECODER [SubITA]

Gloria Guida e Lilli Carati erano due attrici poco dotate ai tempi, ma sono riuscite ad interpretare due donne padrone di se, come lo sono quasi tutte le donne nei film di Di Leo, alla faccia di chi lo giudicava un maschilista. Oggi le due attrici si sono più o meno ritirate… la Guida deve stare dietro a quel vecchio scoreggione di Johnny Dorelli… la Carati dopo essere passata prima ai soft core di Joe D’amato poi al porno per soli 5 film, aver attraversato mille sfighe e una dipendenza da eroina, sembra voler recitare in una fiction Tv Rai… Erano dotate di un fisico nucleare e dietro i sapienti consigli del buon Di Leo hanno pure fatto la loro parte decentemente. La Lilli un pochetto meglio per grinta, espressività del volto e smargiassate, di Gloria (la Guida sembra l’abbiano centrata con un cartone in faccia a volte, per la fissità dello sguardo). C’è un buon Ray Lovelock, ma già si sapeva la bravura del soggetto, e il grande Vittorio Caprioli il migliore in scena.

Le roboanti e fanta-psichedeliche Musiche sono suonate da grandi professionisti che si occupavano di colonne sonore, si va dal grande Stelvio Cipriani di “Papaya” ai mitici Guido e Maurizio De Angelis con “Casa di Moda” e la pericolosissima “Avere vent’anni” cantata dalla Guida (pericolosa perché ti ritrovi a canticchiarla al mattino sotto la doccia) curate nella totalità dal grande Maestro Francesco Campanino. Nel complesso una bella colonna sonora Disco-Funky giusta e ballereccia e leggera.

Curiosità: il titolo del film riprende un famosa frase di Paul Nizan nel romanzo Aden Arabia

«Avevo vent’anni… Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita…»

Recensione: cinematografiapatologica.blogspot.it

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By Anam

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