NOCTURNA (SubITA)

Titolo originale: Nocturna
Paese di produzione: Spagna
Anno: 2007
Durata: 80 min.
Genere: Animazione, Avventura
Regia: Adrià García, Víctor Maldonado

Sinossi:
Tim è un bambino orfano che vive in un istituto e teme profondamente il buio. Una notte, seguendo la scia misteriosa della sparizione delle stelle, scopre l’esistenza di Nocturna: un mondo parallelo che regola i ritmi del sonno, popolato da creature che curano i sogni e tengono in equilibrio l’oscurità. Quando una presenza minacciosa comincia a divorare la luce, Tim dovrà affrontare la sua paura più grande, accompagnato dal Custode delle Ombre, per salvare non solo la notte, ma se stesso.

Recensione senza fonti:
Nocturna è un incantesimo, un sogno lucido che danza sul bordo del terrore infantile e della meraviglia più pura. È un film che parla di paure antiche, quelle che precedono le parole e rimangono attaccate alla pelle come una bruma tiepida, e allo stesso tempo costruisce un universo magico che sembra esistere davvero, appena oltre il margine del sonno. L’animazione, morbida e irregolare, sembra uscita da un libro illustrato dimenticato in soffitta, uno di quelli che profumano di polvere e promesse.

Tim è la personificazione di quel tipo di solitudine che nessun adulto ricorda più davvero: quella che si insinua nelle ossa quando la notte cala e tutto sembra possibile, anche ciò che fa male. La sua paura del buio non è semplice ansia infantile, ma un varco, un invito. Perché in Nocturna la notte è un ecosistema complesso: un ingranaggio cosmico fatto di figure che si muovono con la precisione di un rituale antico. Ci sono i Parrucchieri del Sonno che acconciano i capelli dei bambini per farli addormentare, i Guardiani del Silenzio, le creature-tessitrici che stendono la calma come una coperta d’aria. Ogni presenza è un simbolo, una metafora respirante.

E poi c’è il mistero: le stelle che scompaiono. Un evento minimo solo in apparenza, perché le stelle, in questo film, sono la memoria luminosa delle possibilità. Sono ciò che guida, ciò che consola, ciò che veglia. La loro assenza è un segno, un allarme che si dilata nell’oscurità come un presagio. Nocturna non è mai davvero cupo, ma è attraversato da una vibrazione sottile, una tensione esoterica che suggerisce che la notte nasconde forze antiche, in bilico tra protezione e dissoluzione.

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Il rapporto tra Tim e il Custode delle Ombre è il nucleo emotivo negativo-positivo del film. Il Custode è una figura straordinaria: malinconica, errante, piena di un’affettuosa bruschezza. È l’incarnazione di quella verità che tutti conoscono ma che pochi sanno nominare: che la paura non va eliminata, ma ascoltata. È un archetipo dell’inconscio, un accompagnatore sciamanico che guida il bambino non verso la fuga, ma verso l’integrazione del proprio terrore.

La regia costruisce una notte che sembra infinita, una geografia nascosta fatta di tetti, corridoi d’ombra, regioni sospese dove il tempo non esiste. C’è un senso di magia tangibile, un’atmosfera che oscilla tra il poetico e il perturbante, come se ogni lampione e ogni finestra illuminata fossero porte su un cosmo segreto che convive con il nostro. Qui la fantasia non è evasione: è una forma di verità che solo l’infanzia possiede e che l’età adulta dimentica, lasciandola a dormire sotto strati di cinismo.

Nocturna non grida, non vuole impressionare. È un sussurro, un rituale lento che accompagna lo spettatore dentro la radice più profonda della propria paura del buio. E proprio lì, nell’ombra più densa, nella regione dove il terrore si fonde con il desiderio di essere protetti, il film trova la sua forza. È un’opera che illumina senza accecare, che rassicura senza mentire, che ricorda che il buio non è solo vuoto: è grembo, è origine, è possibilità.

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Un film che rimane appeso alle ciglia come una briciola di sogno al risveglio. E che continua a brillare anche dopo, come una stella che nessuna creatura potrà mai spegnere davvero.

By Anam

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