Titolo originale: Dimension 404
Nazionalità: USA
Anno: 2017
Genere: Drammatico, Fantascienza, Fantastico, Grottesco, Horror, Serie TV
Stagioni: 1
Episodi: 6
Durata: 40 min. [episodio]
Ideatori: Will Campos, Dez Dolly, Daniel Johnson, David Welch
Nelle profondità più oscure del cyberspazio, c’è un altro mondo. Una dimensione perduta, dimora di meraviglie invisibili, terrori indicibili e storie mai viste prima. La dimensione 404 è un’antologia di fantascienza che esplora le meraviglie – e il terrore – della nostra era digitale. Dalla commedia horror oltraggiosa all’avventura d’azione strabiliante, ogni episodio racconta una strana e selvaggia storia di fantascienza in cui la fine del twist … è solo l’inizio. Non fare clic indietro. Non ricaricare. Ti sei ricollegato … alla dimensione 404.
Black Mirror incontra Piccoli Brividi
Sei puntate, ognuna con una storia a sé stante, che raccontano i pericoli della tecnologia in chiave fantascientifico-distopica: non è Black Mirror, ma la nuova serie antologica distribuita da Hulu, piattaforma statunitense di video on demand. Dimension 404 ha in comune con la fortunata serie britannica approdata su Netflix la struttura narrativa, che strizza l’occhio a The Twilight Zone – Ai confini della realtà, e i temi del terrore tecnologico e dell’analisi psicologica. Ma le somiglianze si fermano qui. Mentre Black Mirror ha toni spesso cupi e si prende molto sul serio, Dimension 404 sfoggia uno stile molto più leggero e fa del nonsense la propria cifra stilistica. Può esserci suspense e mancare il lieto fine, ma è assente il pessimismo di Black Mirror, e tutto è pervaso da un umorismo di fondo.
Il cambio di atmosfera è evidente già dalla sigla di apertura delle puntate: al simbolo di caricamento, pressoché identico a quello di Black Mirror, fa seguito una sigla a metà fra la sequenza di apertura di Doctor Who e la classica introduzione di Ai confini della realtà, in cui la voce narrante di Mark Hamill e una grafica da videogioco ci trasportano in una realtà alternativa, la dimensione 404.
La prima puntata, Matchmaker, racconta dell’incontro fra Adam, goffo blogger interpretato da Robert Buckley (One Tree Hill, iZombie), e Lea Michele (Glee) nei panni di Amanda. Adam e Amanda si conoscono tramite un’app di appuntamenti che promette agli utenti di trovare la loro anima gemella, e i risultati sono perfetti; troppo perfetti per non nascondere qualcosa di inquietante. Si passa poi a Cinethrax, secondo episodio in cui Dusty (Patton Oswalt), cinefilo dai gusti classici, accompagna sua nipote Chloe (interpretata dalla Sarah Hyland di Modern Family) a vedere un film fantasy per adolescenti, incappando nei suoi peggiori incubi: i millennials e un mostro interdimensionale che sbuca dallo schermo.
Fra rimandi sfacciatamente intenzionali a Black Mirror, dilemmi antropologici che rimangono rigorosamente appena accennati e colpi di scena alla Scooby Doo, Dimension 404 trova un ritmo e un’identità propri presentandosi come una versione da B-movie, o da film tv della domenica pomeriggio, della serie britannica a cui viene inevitabilmente accostata, rivolgendosi quindi a un pubblico molto diverso, più ottimista e meno impegnato.
Al primo impatto la serie soffre parecchio il confronto con Black Mirror, e chi iniziasse a vederla aspettandosi qualcosa di simile rimarrebbe sicuramente deluso, o perlomeno spiazzato. Nel corso delle prime due puntate, lo scetticismo iniziale lascia pian piano il posto a un cauto ottimismo e a una certa curiosità verso i prossimi episodi, soprattutto grazie al cast non brillante, ma ben calato nella parte. Vale la pena dargli una possibilità, a patto di ricordarsi che Dimension 404 sta a Black Mirror come Piccoli Brividi stava all’horror serio.
Recensione: vertigo24.net
I’m A Fucking Dreamer man !