964 PINOCCHIO [SubITA]

Titolo originale: 964 Pinocchio
Nazionalità: Giappone
Anno: 1991
Genere: Fantascienza, Horror, Visionario
Durata: 97 min.
Regia: Shozin Fukui

In un futuro non molto lontano dal nostro, si costruiscono dei cyborg dediti a soddisfare i piaceri sessuali. Uno di loro, gettato nella spazzatura perchè difettoso, verrà raccolto da una senzatetto, con la quale instaurerà prima un rapporto affettuoso e poi successivamente distruttivo.

Due anni dopo le convulsioni metalliche del seminale “Tetsuo: The Iron Man” (1989), un altro regista allora emergente diede alla luce un ulteriore esempio di cinema cyberpunk, pescando sicuramente dalle visioni deliranti di Shinya Tsukamoto ma lasciando anche spazio a una personale rivisitazione del tema.
964 è il nome di un cyborg lobotomizzato che viene utilizzato per soddisfare le pratiche sessuali di una coppia di ragazze: un soggetto che presto si ritrova per strada abbandonato e senza una meta, fino a quando non viene notato da Himiko, una tipa disadattata e stravagante che lo prende in simpatia chiamandolo bonariamente Pinocchio e provando addirittura a insegnargli qualche parola.
In questa pellicola che alterna colori saturi e luminescenti a tenebrose immersioni nel buio, Fukui ci racconta una storia di alienazione urbana costruita all’interno di una città fredda, meccanica, nella quale le persone disagiate sono escluse da ogni possibilità di dare un senso alla propria vita. Pinocchio, una volta persa la potenza sessuale, è solo un oggetto da buttare via, sintomo di un materialismo ormai dominante nella frenetica società giapponese di neppure trent’anni fa. La sceneggiatura è contorta e non sempre in linea con gli intenti del regista, ma l’opera vive di alcune fiammate di altissima potenza visiva e concettuale, come le scene in metropolitana (che culminano con i rivoltanti conati di vomito) o la nevrotica corsa finale tra i palazzoni della suburbia nipponica, con Pinocchio in catene succube di una frenesia ormai fuori controllo (qualcuno è sulle sue tracce per eliminarlo definitivamente). Qui è il fast forward a generare il caos, accelerazioni che spazzano via anche il rantolo continuo del protagonista, un’immagine tragica e dal forte impatto iconografico.
“√964 Pinocchio” non è un’opera di facile assimilazione, il suo incedere frammentario non aiuta lo spettatore a calarsi pienamente all’interno della narrazione, probabilmente l’aspetto meno curato di tutto il pacchetto. Tra liquami giallastri e sangue realizzato in maniera spartana, il film si distingue esclusivamente per la carica esplosiva di alcune situazioni e per un messaggio di fondo per l’epoca già molto attuale e inquietante (“i mostri devono distrutti” è una frase che si stampa bene nella nostra mente a fine visione). Un piccolo ma significativo cult movie, consigliato esclusivamente agli appassionati del genere.

cinemaestremo.wordpress.com

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By Anam

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