WITTGENSTEIN [SubITA]

Titolo originale: Wittgenstein
Nazionalità: UK
Anno: 1993
Genere: Biografico, Grottesco, Visionario
Durata: 75 min.
Regia:

Ludwig Wittgenstein nasce a Vienna alla fine del secolo scorso da una ricca famiglia. Ciò non toglie che a un certo punto decida di dare in beneficenza la sua parte di eredità e poi vada in Svizzera a fare l’insegnante elementare. Che quindi vada a insegnare filosofia a Cambridge riuscendo a mettersi in urto con tutti per colpa del suo scontroso e delle sue teorie incomprensibili. Biopic innovativo e genialoide, girato in stile teatrale con siparietti su sfondo nero, scompaginando le temporali e tentando una sorta di visualizzazione stilistica delle teorie del secondo Wittgenstein, quello delle teorie dei giochi linguistici.  Anche il film di Jarman, in fondo, lo è. – filmtv.it

Insolita biografia: rende con simbolici onirismi i punti salienti dell’esistenza di Wittgenstein e del suo trattato teorico, ritaglia le figure su di un fondale nero, le deforma con colori accesi ed indumenti o profilmici ai limiti del e del grottesco, struttura il racconto in vari atti teatrali. Un’originale scelta stilizzata, per restituire il senso ultimo di una materia che si astrae dal reale per cogliere le concatenazioni e i segreti del vivere umano. Una visionarietà che incanta lo spettatore e, allo stesso tempo, comunica in modo efficace i termini di un pensiero ostico, oscillando fra esemplificazioni, allegorie e citazioni colte. Wittgenstein narra in prima persona il proprio cammino fino alla maturità, mentre aforismi e complicate dissertazioni logiche ci introducono in un salotto scientifico/intellettuale, dove il protagonista discute con Bertrand Russell, Keynes (l’economista) e un omino verde extraterrestre (il suo…”genio”) che mette in dubbio il concetto di “esistere” o, ribaltando il discorso, asserisce che il mondo esiste come possono esistere i marziani. È il punto di partenza per affermare che la filosofia è nata solo per un malinteso insito nell’inutile linguaggio di cui l’uomo si è dotato. Solo le persone “semplici” sono custodi delle risposte: costruire teorie ben levigate ma univoche appaga l’ di conoscenza, ma semplifica una tanto endemicamente imperfetta ed ambigua, quanto priva di enigmi. Il film è un affascinante e lodevole tentativo divulgativo che rifiuta, per lo più, il commento sonoro, e non manca di sottolineare l’ e l’ per il cinema di Wittgenstein.

Guarda anche  BILL HICKS: SHOWS [SubITA]

Recensione: spietati.it

By Anam

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