TICKET OF NO RETURN [SubITA]

Titolo originale: Bildnis einer Trinkerin
Paese di produzione: Germania
Anno: 1979
Durata: 108 min.
Genere: Drammatico
Regia: Ulrike Ottinger

Una sola in pubblico sembra provocare speculazioni non richieste. Perché è sola? Cosa sta facendo? Pensi che sia single? Vorrebbe compagnia? Se poi metti un drink in mano a quella donna e la vesti con un vestito da urlo, la curiosità della società non fa che aumentare. Questa è la premessa del film della New Wave tedesca Ulrike Ottinger del 1979 Ticket of No Return (Bildnis einer Trinkerin), in cui la protagonista, interpretata da Tabea Blumenschein ma chiamata solo “Lei”, compra un biglietto di sola andata per Berlino Ovest per inseguire il della sua vita: vivere da ubriaca.

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Non appena “Lei” atterra all’aeroporto di Berlino dalla Francia, incontriamo il coro di commentatori che la seguono per tutto il film, giustamente chiamati: “Questione sociale”, “Statistiche accurate” e “Senso comune”. Il trio di commenta l’abitudine al bere dell’eroina secondo i loro nomi: una pone una domanda sul bere, mentre la successiva snocciola statistiche e l’ultima mette in le informazioni con la saggezza pratica. Mentre si discute di tutto, dal rischio di alcolismo per le donne oltre i 40 anni, alla correlazione tra l’eccesso di e la mancanza di una relazione, così come ciò che costituisce il binge drinking, nessuno di questi fatti sembra sfiorare la protagonista mentre si fa strada attraverso diversi indossando un assortimento di cappelli, abiti colorati, guanti lunghi e eyeliner drammatico.

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Oltre a toccare le implicazioni sociali dell’essere una non accompagnata in città, Ticket of No Return scava nella del bere per vendere alcol. Guarda alla promessa di astratti come l’armonia, l’amore, la sicurezza, il successo, la superiorità e l’esclusività che le marche di implicano nella loro messaggistica, ma che sono incapaci di mantenere.

“Non dimenticare mai che l’esotico è lontano, ma il tuo drink è vicino”

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