Titolo originale: Thunder Road
Paese di produzione: USA
Anno: 2018
Durata: 92 min.
Genere: Commedia, Drammatico
Regia: Jim Cummings
L’ufficiale Jim Arnaud è un padre single alle prese con una difficile battaglia per la custodia della figlia. I suoi tentativi di essere un buon padre sono come una sorta di omaggio alla sua defunta madre, che ha amato sopra ogni cosa.
Diretto e sceneggiato da Jim Cummings, Thunder Road racconta la storia di Jummy Arnaud, un poliziotto texano che prova a crescere sua figlia Crystal nella maniera migliore possibile. Poliziotto e padre perfetto, Jimmy è un uomo esemplare il cui mondo crolla quando muore sua madre, perno su cui poggiava la sua vita, rivelando aspetti nascosti del suo carattere e manifestandosi come maniaco del controllo, nevrotico e inadatto. Simbolo di un’America vacillante, Jimmy incarna il rovescio del sogno americano.
Con la direzione della fotografia di Lowell A. Meyer, le scenografie di Charlie Textor, i costumi di Michaela Beach e le musiche dello stesso Cummings, Thunder Road viene così raccontato dal regista: “Thunder Road, che deve il suo titolo a una canzone di Bruce Springsteen, è un misto di dramma e commedia. Il film è costruito su una dose massiccia di emozioni che il protagonista non sempre riesce a gestire. Nasce da un cortometraggio dallo stesso titolo, in cui attraverso un monologo un poliziotto si lascia travolgere dalle emozioni durante il funerale della madre. Il lungometraggio prende le fila da lì e l’ho immaginato come un lavoro della Pixar, un film in cui non sai mai quando arriva la risata o il pianto, quando finisce un’emozione e ne comincia un’altra. Di fronte a ciò che accade a Jimmy il pubblico deve porsi domande sul da fare: ridere o piangere? Deve sentirsi a disagio, ridere eventualmente nervosamente e sentirsi in colpa per averlo fatto!”
“Per scrivere la sceneggiatura – ha proseguito Cummings – ho fatto ricordo alle mie stesse emozioni. Mentre scrivevo, ho riso e ho pianto: ciò mi ha fatto capire che ero nella giusta direzione. Possiamo davvero metterci nei panni degli altri o immaginare la loro angoscia? Il cinema a volte ci fa immergere in situazioni inedite e ci fa vivere sensazioni sconosciute. Il mio desiderio è che chiunque entri nella psiche dell’ufficiale Arnaud e capisca da dove nascono la sua confusione, la sua tragicomica ricerca di un nuovo equilibrio e l’imbarazzante situazione che vive. Quella di Jimmy è la metafora per certi versi di un Paese alla ricerca di nuovi punti di riferimento”.
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