Titolo originale: Sanatorium pod klepsydra
Nazionalità: Polonia
Anno: 1973
Genere: Drammatico, Fantastico, Horror, Visionario
Durata: 124 min.
Regia: Wojciech Has
Józef (Jan Nowicki) va a trovare il padre ricoverato in un “sanatorio”, che si rivela però essere un castello abbandonato dove realtà, finzione, presente e passato si confonderanno continuamente.
Folle, affabulatorio e assolutamente affascinante trionfo del surrealismo visionario, all’insegna dell’horror vacui scenografico, visivo, narrativo e d’atmosfera, esaltato dall’ottimo e costante utilizzo della profondità di campo. Fa parte di quel tipo di film che ti propongono di entrare nel loro universo unico e irripetibile e di stare alle loro regole; se si accettano le coordinate di base, la soddisfazione è immensa, anche a costo di non capire fino in fondo tutti i passaggi dell’intricata trama. Nel continuo susseguirsi di sequenze affascinanti e spesso quasi autosufficienti nella loro bellezza e nel loro impatto qui più grottesco e lì più cupo, il regista polacco Wojciech Has conferma la sua bravura, accompagnandoci in un viaggio in cui realtà e sogno sono irrimediabilmente contaminate, così come lo sono la strana concezione del presente e del passato. È anche un viaggio lungo numerosi riferimenti artistici e iconografici (dal gotico a M.C. Escher, passando per Marc Chagall) e lungo la Storia. Affascinante e irrimediabilmente ipnotico. Sceneggiatura del regista, da un soggetto di Bruno Schulz. Gran premio della giuria al Festival di Cannes.
Recensione: longtake.it