THE DRAGON LIVES AGAIN (SubITA)

Titolo originale: The Dragon Lives Again
Paese di produzione: Hong Kong
Anno: 1977
Durata: 90 min
Genere: Commedia, Fantastico, 
Regia: Chi Lo

Sinossi:
Dopo la sua morte, Bruce Lee si risveglia negli inferi dove incontra personaggi come James Bond, Dracula, l’Uomo Invisibile, Clint Eastwood e perfino il Papa, affrontando una serie di sfide sovrannaturali e surreali per riportare l’equilibrio nel mondo dei morti.

Esistono film che sembrano nati da un delirio collettivo, da una febbre a base di incenso e imitatori di Bruce Lee chiusi in una stanza per tre giorni senza dormire. The Dragon Lives Again è uno di questi: un’esplosione di follia cinematografica che si finge parodia ma è, in realtà, un esorcismo grottesco del culto di Bruce Lee.

Immaginate l’aldilà come un bizzarro luna park popolato da icone della cultura pop degli anni ’70: James Bond, Dracula, Popeye, Clint Eastwood e perfino Emmanuelle convivono in un caos di latex, katane e smorfie da cabaret infernale. Nel mezzo, un Bruce Lee redivivo (interpretato da Bruce Leong, uno dei tanti “cloni” dell’epoca del Bruceploitation) che deve lottare non per la gloria, ma per il senso stesso della sua esistenza postuma.

Sembra una barzelletta, ma è una metafora potentissima.
Il film trasforma il mito di Lee in un totem frantumato: un uomo diventato leggenda, poi feticcio, poi simulacro. È il Bruce che combatte contro il proprio fantasma, prigioniero della sua stessa iconografia. Chi Lo non dirige: evoca. Mischia generi, frammenta il linguaggio, costruisce un inferno di celluloide dove ogni personaggio è la caricatura del potere o del desiderio.

Guarda anche  I ORIGINS (SubITA)

Girato con mezzi risibili e con una consapevolezza artigianale che oggi rasenta l’arte outsider, The Dragon Lives Again è un’orgia simbolica: il corpo di Bruce (vero e falso insieme) attraversa l’aldilà come un eroe taoista che deve smantellare il proprio mito. E il film si trasforma in un teatro kabuki dell’assurdo, dove il kung fu incontra il cinema exploitation e il paradiso è solo un sogno con le luci al neon rotte.

Dietro la risata grottesca, dietro i colpi di scena assurdi, pulsa qualcosa di sincero: una malinconia sotterranea per la perdita dell’autenticità, per la spettacolarizzazione della morte. È come se Chi Lo ci stesse dicendo che la vera maledizione del divino è non poter morire mai davvero, restare imprigionato nelle imitazioni, nei gadget, nei poster.

The Dragon Lives Again è un film-cadavere che balla. Un sabba kitsch, un delirio che oggi sembra profetico: un precursore dell’iperrealtà dove i morti continuano a recitare ruoli imposti dalla cultura di massa. Un cinema che gioca con le ossa del mito, sorridendo mentre scava.

Alla fine, Bruce si batte per la giustizia e sconfigge il male — ma il vero trionfo è quello del nonsense come linguaggio. Nel suo inferno colorato, il film ci lascia con una domanda che suona più come una risata cosmica:
se anche i morti continuano a combattere per il loro ruolo, chi di noi è davvero libero?

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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