THE COMMITMENTS [SubITA]

Titolo originale: The Commitments
Nazionalità: Irlanda, UK, USA
Anno: 1991
Genere: Commedia, Drammatico, Musicale
Durata: 118 min.
Regia:

Dublino, Irlanda. Il giovane Jimmy Rabbitte si è messo in testa di fondare un gruppo che suoni soul: perché il soul è la musica dei neri e gli irlandesi sono i “neri” d’Europa. Comincia a contattare una serie di giovani musicisti e, finalmente, mette insieme un complesso affiancato da tre coriste. Dopo i primi successi però il gruppo comincia a litigare (complici gelosie e ripicche) finendo ben presto per sciogliersi. Spaccato generazionale e musicale della gioventù irlandese, raccontata con humor e sfrontatezza (cosceneggiatore è lo scrittore Roddy Doyle dal cui romanzo è tratto il film). Ottimi gli interpreti e altrettanto ottima la colonna sonora.

« Gli Irlandesi sono i più negri d’Europa, i Dublinesi sono i più negri di Irlanda e noi di periferia siamo i più negri di Dublino, quindi ripetete con me ad alta voce: “Sono un negro e me ne vanto!” »

Orgoglio proletario e black music: Alan Parker si conferma a suo agio con la materia musicale, dopo Pink Floyd The Wall (1982). Tratto dall’omonimo libro di Roddy Doyle, pubblicato nel 1987, The Commitments non brilla di originalità, ma ha dalla sua ritmo, musiche e personaggi estremamente veri e vivi. Mettendo in scena un cantante ubriacone e inaffidabile ma dalla grande voce, tre graziose coriste, un tastierista timorato di Dio e un maturo sassofonista che millanta mai dimostate collaborazioni con i più grandi della musica, si ottiene una miscela instabile, ma esplosiva e a suo modo affascinante. Notevole cast di giovani performers, quasi tutti all’esordio, tra i quali emerge Glen Hansard, destinato a una musicale che culminerà con il premio Oscar per la miglior canzone originale (Falling Slowly) per il film Once (2006) di John Carney. Colonna sonora ricca di classici r’n’b e sceneggiatura di Doyle, Dick Clement e Ian La Frenais.

Recensione: longtake.it

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By Anam

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