THE BRAIN HACK [SubITA] 🇺🇸

Titolo originale: The Brain Hack
Paese di produzione: USA
Anno: 2015
Durata: 20 min.
Genere: Corto, Fantascienza, Thriller
Regia: Joseph White

Neuroteologia, tecnologia, scienza, teorie cospirazioniste, simulazione, inganno, psicosi, suspense, paura, eccitazione, mistero, rivelazione, sorpresa: raramente un cortometraggio riesce a tenere insieme tanti temi, tanti livelli, e tante emozioni. The Brain Hack ci riesce con una avvincente e circolare, e l’utilizzo di effetti visivi e sonori davvero sorprendenti, candidandosi ad essere uno dei migliori corti degli ultimi anni.

Il film si apre con un auto-registrazione tremolante e frentica del protagonista Follon, uno studente di informatica, intento a lasciare un video-testamento delle sue ricerche al suo amico e collega Harper, studente di cinema, mentre cerca di scappare da un personaggio mascherato, forse appartenente ad una setta, che lo insegue fino a casa. Il filmato si interrompe bruscamente. Che cosa ha scoperto? Nientemeno che una scorciatoia per arrivare a Dio.

Attraverso lo studio combinato della “teoria dei pattern” e le raffigurazioni sacre, Follon ha infatti scoperto che certe immagini possono indurre visioni divine a persone che soffrono di uno tipo strano di epilessia. Da qui la sua sorprendente quanto paradossale conclusione in risposta ad una delle domande teologiche fondamentali: Che cos’è dio? “Un bug, un glitch, uno costrutto neurologico” – dice Follon – ovvero una specie di informazione nascosta nel cervello. Come fare per accedervi? Violando i codici di accesso e disinnescando i meccanismi di difesa della mente attraverso la paura. È cosi che Follon coinvolge Harper in questo folle progetto volto infine a realizzare un film da diffondere online per rivelare il divino a tutta l’umanità. Ci riusciranno? Beh, vale la pena di arrivare fino alla fine per scoprirlo.

The Brain Hack è stato scritto e diretto dal giovane animatore e regista britannico Joseph White, e co-prodotto da LWH Entertainment e Bullion productions. Come ha dichiarato il regista, inizialmente il progetto era molto più piccolo, uno script intrigante sì, ma con una ambientazione minimale, à la Moon di Duncan Jones, sostanzialmente basato sull’interazione dei due protagonisti di fronte ad un computer. Alla fine, di sviluppo in sviluppo, il film si è ingrandito ed è stato girato in 9 giorni, utilizzando circa 400 set-up unici, e 14 differenti location: numeri da Colossal se rapportati ad un corto. Le riprese sono state realizzate con una C300, salvo alcune scene con una Canon 5D, che lascia davvero stupiti di quanto si possa fare oggi con strumenti certamente professionali, ma dai prezzi abbordabili, e il sapiente uso dei software di post-produzione.

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By Anam

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