SUICIDE CLUB (SubITA)

Titolo originale: Jisatsu sâkuru
Paese di produzione: Giappone
Anno: 2001
Durata: 99 min.
Genere: Poliziesco, Drammatico, Horror
Regia: Sion Sono

Tokyo: stazione ferroviaria di Shinjuku. 54 studentesse regolarmente vestite con la classica divisa alla marinara, si gettano contemporaneamente sotto il treno in arrivo, in stato di apparente serenità. Questa ondata di suicidi seriali continua a propagarsi presso altre scuole del paese; la comincia ad indagare. Sulla scena di ogni suicidio di massa, gli inquirenti trovano un sacchetto contenente quadrati di carne umana cuciti assieme tra loro, appartenenti alle vittime del suicidio che avverrà successivamente. Contemporaneamente un hacker dirige gli investigatori verso un sito web che conta le vittime prima ancora che siano morte.

Il film che ha fatto uscire Sion Sono dai circuiti giapponesi nei quali era diventato noto grazie a film sperimentali come Keiko desu kedo (1997) o Utsushimi (2000). Il regista nipponico piomba così nella cultura internazionale, divenendo simbolo di una nuova concezione più ironica del J-Horror, genere reso sempre più noto a livello mondiale da autori come Takashi Shimizu, Hideo Nakata e Kiyoshi Kurosawa. Il suicidio collettivo in apertura rimane una sequenza scioccante divenuta cult e destinata a rimanere nell’immaginario collettivo del cinema nipponico d’inizio nuovo millennio. L’attenzione di Sono, dal mix tra l’orrore e il ragionamento impegnato sul disagio esistenziale di una generazione, si sposta poi su un versante che mescola in maniera meno omogenea il tutto, rendendo le successive scene di sempre più (volontariamente) patetiche e i successivi exploit horror sempre più kitsch. Il cinema di Sono è delirante e gratuito per definizione, ma la maniera in cui la pellicola degenera con il passare dei minuti la rende sempre più difficile da prendere sul serio, fino a una conclusione “a sorpresa” che è a metà tra il geniale e il ridicolo.

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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