SLEEP DEALER (SubITA)

Titolo originale: Sleep Dealer
Nazionalità: Messico, USA
Anno: 2008
Genre: Drammatico, Fantascienza
Durata: 90 min.
Regia: Alex Rivera

Trama: “Sleep Dealer è ambientato in un futuro non troppo distante dove le persone possono collegarsi ad una rete informatica globale utilizzando innesti nei loro corpi. Gli Stati Uniti hanno innalzato un muro lungo il confine col Messico, ma il paese consente ancora l’assunzione di lavoratori messicani che una volta collegati possono controllare a distanza dei robot. In questo contesto, una compagnia privata si è appropriata del rifornimento idrico, mediante la costruzione di una diga, di una vasta regione del Messico. Per gli abitanti della zona, costretti a comprare l’acqua, la non è facile. Memo Cruz è un ragazzo che vive in un isolato villaggio non tecnologico e sogna di lavorare in una high-tech a Città del Messico, una delle “Sleep Dealer”. Un giorno costruisce una trasmittente che gli permette di captare segnali dal resto del mondo. Riesce a origliare casualmente le comunicazioni di un’azione antiterrorismo ma la trasmissione viene intercettata e la sua cambierà per sempre…” (fonte: Freezone)

L’importanza di un film cyberpunk come Sleep Dealer non è da ricercare nella qualità degli effetti speciali o della tecnica, bisogna dirlo fin da subito. Alex Rivera è riuscito a utilizzare il low-budget di “soli” 2 milioni di dollaricirca al meglio delle sue possibilità. E’ un film ai cui elementi cyberpunk classici (innesti neurali, multinazionali dispotiche, super-controllo militare, lo sprawl degradato, ecc..) si aggiungono interessanti e attualissime previsioni, prima fra tutte la presenza di una sorta di “social network-online shop” di ricordi ed esperienze chiamato True Node e una serie di innovazioni tecnologiche delle quali si parla già oggi (schermo su lenti a contatto, monitor trasparenti, droni, scansioni oculari, ecc..).

True Node è un aspetto inquietante e uno dei più riusciti di questo film cyberpunk: potrebbe essere un impasto degenerato dei maggiori social network di oggi (Facebook, Twitter, YouTube, LinkedIn…) con l’aggiunta di essere anche un mercato, uno shop online. Le foto, i video, i messaggi da microblogging sono diventate intere esperienze condivise, o meglio vendute per soldi. Veri e propri ricordi vengono caricati in rete grazie agli innesti tecnologici (non di rado inseriti dai “coyotek”, specie di medici/ illegali che operano nei bassifondi a basso prezzo) i quali permettono ai computer di dialogare con il sistema nervoso umano. Innesti tecnologici che sono anche indispensabili per lavorare.

Le fabbriche sono agglomerati di posti lavoro-connessione in cui gli operai non lavorano effettivamente sul campo ma si collegano ad un’interfaccia virtuale in soggettiva che permette loro di comandare via remoto dei robot presenti sul reale luogo di lavoro (una polverosa città-cantiere che ricorda la Dubai dei grattacieli in costruzione). “Sleep Dealer” è il nome che le fabbriche hanno ricevuto dagli operai per il rischio che questi corrono, nei loro lunghi turni di 12 ore, di addormentarsi esponendosi anche (oltre ad una riduzione dello stipendio) a corto-circuiti e gravi danni fisici come la cecità o addirittura la morte. “Abbiamo dato agli americani tutto quello che hanno sempre voluto: tutto il lavoro e nessuno dei lavoratori.” commenta un capo-cantiere della fabbrica.

Non si può dimenticare un punto importante del discorso filmico di Rivera, che essendo egli messicano ed essendo la pellicola girata tra Messico e USA, ha a cuore anche questioni sociali come quella dell‘immigrazione, dei confini, dei “muri” fisici e non solo che in questo film hanno un ruolo importante (la diga per il controllo dell’acqua, il muro fisico di confine tra i due Paesi, gli operai-schiavi del sistema quasi esclusivamente messicani, le videocamere militari di sorveglianza, la lotta alla ribellione dei messicani privati dell’acqua, ecc..). Uno scenario socio-politico che fa pensare molto e che non è di semplice sfondo ad un film cyberpunk parecchio vicino ai canoni del genere.

Sleep Dealer è quindi un’altra efficace riflessione su un possibile, probabile futuro cyberpunk dal quale già oggi non siamo poi così distanti. E’ un’immagine di una realtà distopica che rimane vividamente impressa nella mente, suggerendoci con forza di guardare diversamente alla nostra realtà (e al “sogno americano”) con occhi attenti e interessati alle conseguenze del cambiamento, prima che una scossa elettrica troppo forte ci renda ciechi per sempre, immersi in un sistema che noi stessi abbiamo contribuito a creare e consolidare. Se qualitativamente non è un film cyberpunk eccelso, altrettanto non si può dire per gli spunti di riflessione filosofica, sociale e culturale che Sleep Dealer offre in abbondanza.

Guarda anche  SONS OF DENMARK [SubITA] 🇩🇰

Recensione: cyberpunkitalia.altervista.org

Come è stato il film ?
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

Related Posts

AGRAfilm è ONLINE AGRAfilm è OFFLINE