L’ITALIANO CHE INVENTO’ IL CINEMA

Titolo originale: L’italiano che inventò il cinema
Nazionalità: Italia
Anno: 2019
Genere: Documentario, Storico, Biografico
Durata: 54 minuti
Regia: Stefano Anselmi

Sinossi:
Chi era Filoteo Alberini? Un nome dimenticato, eppure gigantesco. Questo documentario firmato da Stefano Anselmi ci accompagna alla scoperta di un pioniere del cinema italiano (e mondiale), che nel 1895 depositò il brevetto per il suo “kinetografo” – un’invenzione che avrebbe potuto precedere persino i fratelli Lumière. Tra interviste, ricostruzioni, materiali d’archivio e una narrazione appassionata, il film getta luce su una figura cancellata dalla memoria collettiva, forse per caso, forse per convenienza.

C’è qualcosa di profondamente commovente nel raccontare una gloria negata, un nome che avrebbe potuto cambiare la Storia con la S maiuscola ma che, per un incastro crudele di tempistiche, politica e omissioni, è rimasto ai margini. L’italiano che inventò il cinema è un documentario breve, ma densissimo, che spalanca le finestre su una delle grandi rimozioni culturali italiane: quella di Filoteo Alberini, geniale precursore della settima arte, il cui kinetografo fu brevettato mesi prima che i fratelli Lumière proiettassero La sortie des usines Lumière.

Stefano Anselmi non firma un semplice omaggio, ma una sorta di atto politico, un’indagine poetica tra gli archivi, le biblioteche, le testimonianze e le lacune. La sua regia è sobria ma efficace, muovendosi tra piani narrativi differenti: il racconto biografico, la contestualizzazione storica, l’interrogazione filosofica. Cosa significa “inventare” qualcosa, se il tuo nome non rimane? Dove finisce la verità e dove comincia la costruzione storiografica?

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L’Italia, da sempre madre distratta dei suoi geni, ha un talento particolare per dimenticare in fretta chi l’ha fatta grande. Alberini, con il suo La presa di Roma del 1905 – primo kolossal del cinema italiano – non è solo un nome da manuale. È il simbolo di una modernità abortita, di una Nazione che avrebbe potuto guidare il linguaggio del cinema, e che invece, troppo spesso, ha seguito.

Le sequenze d’archivio sono gestite con cura e rispetto, e la voce narrante guida lo spettatore con ritmo misurato e piglio emotivo. Si ha quasi la sensazione di assistere a un’evocazione: quella di uno spettro dimenticato della nostra identità culturale, che finalmente ottiene giustizia.

In un’epoca in cui le narrazioni vengono riscritte a seconda dell’algoritmo, L’italiano che inventò il cinema si fa gesto etico: ricordare, dare nome, riconsegnare dignità. È un documentario che dovrebbe essere proiettato nelle scuole, nelle cineteche, nei festival. Non per patriottismo, ma per verità.

Perché anche la Storia, come il cinema, ha bisogno di luce.

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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