Titolo originale: La jeune fille sans mains
Nazionalità: Francia
Anno: 2016
Genere: Animazione, Fantastico
Durata: 76 min.
Regia: Sébastien Laudenbach
Incubi di carta
In tempi duri, un mugnaio vende la figlia al diavolo, in cambio di infinite ricchezze. Ma le richieste non sono finite, il diavolo chiede infatti all’uomo di tagliare la mani alla figlia. E lui lo fa. Protetta dalla sua purezza, la ragazza fugge via: incontrerà la dea delle acque, un giardiniere dolce e il principe nel suo castello. Il suo è un lungo viaggio verso la luce …
Se c’è una cosa da invidiare al cinema francese è l’attenzione che dedica ai propri prodotti di animazione. Con un pubblico adulto già da tempo attento a questo tipo di produzione artistica, non c’è da stupirsi che solo in questa annata si siano visti ottimi esemplari come Phantom Boy, Tout en haute du monde e Avril et le monde truqué tutti e tre in selezione all’ultimo Future Film Festival di Bologna.
Ecco dunque che una delle scoperte più sorprendenti di Cannes 2016 appartiene proprio a questa nobile arte cinematografica: si tratta di La jeune fille sans mains, opera prima, completamente disegnata a mano, di Sébastien Laudenbach.
Presentato nella sezione “combattente” dell’ACiD – Association du cinéma indépendent pour sa diffusion, il film si ispira all’omonima fiaba dei fratelli Grimm e ne serba le atmosfere più tetre, riportandoci alla memoria tutta quell’inquietudine, pronta ad essere sanata dal lieto fine, tipica dello storytelling domestico infantile.
La jeune fille sans mains è una storia di cupidigia e dannazione, dove una giovane fanciulla si ritrova ad affrontare il mondo da sola e privata di entrambe le mani dal suo stesso padre. Questo ingrato genitore è infatti stato sedotto dalla promessa di infinite ed auree ricchezze prospettatagli da un demonio multiforme, che ha preteso in cambio la patria podestà sulla ragazza. Sconvolta dall’accaduto, la nostra protagonista inizierà un lungo viaggio alla ricerca di una sua forma personale di indipendenza – nonostante l’acquisita malformazione – e dunque anche della felicità.
Pochi tratti vergati su una carta artigianale dalla grana grossa, questa è la ricetta stilistica prescelta dal giovane Laudenbach per il suo stupefacente esordio cinematografico, dove le linee e le chiazze di colore si fanno volti, poi ombre, poi elementi della natura, in una fantasmagoria visiva incessante e visionaria. Ogni immagine di La jeune fille sans mains contiene un mistero in attesa di essere svelato e questa mutevolezza del disegno riporta alla luce l’essenza stessa sia della creazione artistica manuale che del montaggio cinematografico. Il tratteggio appena abbozzato, così multiforme ed evocativo, rivela dunque l’inusitata capacità da parte dell’autore di lavorare e ragionare sul disegno, le forme e la loro natura effimera e mutevole. Si resta continuamente con il fiato sospeso in attesa di essere stupiti dalla prossima meraviglia, nel corso della visione di un’avventura poetica e rocambolesca dove a trionfare è la libertà, sia quella della protagonista che quella artistica.
Recensione: quinlan.it