KITE ZO A (SubITA)

Titolo originale: Kite Zo A
Paese di produzione: Canada, Haiti
Anno: 2023
Durata: 78 min
Genere: Documentario, Drammatico, Spirituale, Visionario
Regia: Kaveh Nabatian

Sinossi:
Girato tra Haiti e il mondo degli spiriti, Kite Zo A è un’opera poetica che mescola documentario e fiction per esplorare le radici profonde del vodou haitiano. Attraverso racconti, rituali e immagini ipnotiche, il film segue un gruppo di persone mentre si avventurano in un viaggio sacro tra vita e morte, storia e presente, colonizzazione e resistenza spirituale.

Nel cinema, raramente si ha l’impressione di assistere non a una rappresentazione, ma a un’invocazione. Kite Zo A – che in creolo haitiano significa “lascia che volino” – non racconta una storia, ma libera una presenza. Non la narrazione, ma la vibrazione. È un viaggio che sussurra dai margini del mondo visibile, sfaldando i confini tra documentario e allucinazione, tra la carne e l’invisibile. E in questo senso, più che un film, è un rito che chiede silenzio, rispetto, e un po’ di pelle d’oca.

Kaveh Nabatian, canadese con sangue misto e spirito nomade, costruisce un’opera in cui il vodou non è mai folklore esotico né horror da cartolina, ma coscienza ancestrale, sapere incarnato. Qui il sacro pulsa nella terra, si muove nei corpi, danza tra gli occhi. Kite Zo A non guarda il vodou da fuori, ci entra dentro. Lo attraversa. Lo lascia respirare.

Senza una trama lineare, il film si snoda attraverso episodi e testimonianze, frammenti rituali e poesie visive che sembrano venire direttamente da un sogno africano rimasto intatto nel cuore delle Antille. Vediamo donne e uomini danzare, posseduti dagli spiriti lwa, vediamo il fango diventare medicina, il tamburo farsi linguaggio, la possessione diventare catarsi collettiva. Ma niente è spiegato. Niente è addomesticato. La logica occidentale è lasciata fuori dalla porta, come un paio di scarpe prima di entrare in un tempio.

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Le immagini sono di una bellezza ipnotica: il sole batte su corpi in trance, l’acqua scorre tra radici che sembrano vene cosmiche, i colori si accendono come visioni sotto peyote. La regia è invisibile ma sentita, come un vento che muove tutto ma non si mostra mai. Nabatian non giudica, non decifra. Si mette al servizio. Questo è il suo atto politico: lasciare parlare ciò che l’Occidente ha tentato di zittire per secoli.

Perché Kite Zo A è anche, e soprattutto, un film di resistenza. Contro la ridicolizzazione coloniale. Contro la cristianizzazione forzata. Contro l’idea che il sapere sia solo quello codificato, scritto, approvato da un’accademia. Qui il sapere si canta. Si sanguina. Si sogna. È un sapere che non puoi spiegare: puoi solo viverlo. O soccombere.

E in mezzo a tutto questo, c’è una domanda che galleggia come una piuma sul tamburo: che cos’è la libertà, se non il diritto di credere nei propri spiriti, nei propri miti, nelle proprie verità? Kite Zo A non è didattico, è oracolare. Non informa. Inizia.

Non aspettatevi linearità. Non cercate eroi o antagonisti. Qui i protagonisti sono gli spiriti, le energie, le memorie. È un film che lavora sotto pelle, che ti rimane addosso come il sudore dopo una cerimonia. Alcuni lo troveranno lento, altri criptico. Ma chi ha orecchie da ascolto e occhi da visione, riconoscerà in Kite Zo A qualcosa di raro: un portale.

Un cinema medianico.
Una finestra su ciò che l’Occidente ha sempre temuto: la verità che brucia dietro il velo.

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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