Titolo originale: El Viaje a Ninguna Parte
Paese di produzione: Spagna
Anno: 1986
Durata: 134 min.
Genere: Commedia
Regia: Fernando Fernán Gómez
“Dobbiamo ricordare, dobbiamo ricordare”, dice Carlos Galvan, figlio e nipote di Galvani, nel suo ultimo delirio tragicomico.
El Viaje a Ninguna Parte parla di un modo di esercitare la professione di comico, in una compagnia itinerante. Fondamentalmente parla della professione. Un piccolo microcosmo di vita e resistenza. Una tradizione secolare che rinasce continuamente con itinerari diversi. Un omaggio alla professione. Una professione come nessun’altra. “Che professione! Che professione! Che persiste e si reinventa di secolo in secolo. Muore e rinasce. Nonostante il cinema, il film sonoro, la radio, la televisione, Internet… il romanzo su cui si basa l’opera è scritto da un comico, figlio di comici, cresciuto tra i comici, e sa di cosa parla, come parla, perché parla. Ha memoria. Ha vita. El viaje a ninguna parte è diventato una metafora permanente di quest’arte drammatica che rinasce in ogni spettacolo, in qualsiasi funzione, è unica e irripetibile. Non sarà lo stesso in Tres Cantos, in El Cabezales, o in Hinojera, per fare un esempio. Né si dorme allo stesso modo in nessuno di questi posti; ci sono letti e letti… Queste cose si possono capire solo se le si vive, per questo è meglio che si venga con noi, invitiamo lo spettatore a intraprendere questo viaggio. Un viaggio in cui, anche se andiamo avanti, si può scendere quando si vuole. È solo teatro, anche se… ha del veleno, il teatro ha del veleno. Andiamo, l’autobus sta partendo!
Ramón Barea
(https://www.teatroarriaga.eus/)
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