A ogni appassionato di cinema prima o poi capita di non riuscire a trovare un particolare film nell’offerta distributiva canonica. Sale, homevideo, televisione e piattaforme on demand spesso non bastano a garantire la circolazione dei film, e sono tantissime le opere, contemporanee o del passato, anche di grande valore o importanza culturale, che risultano impossibili da reperire. Basterebbe seguire i principali festival di cinema per rendersi conto di quante siano poche, tra quelle in concorso, le pellicole che vengono successivamente distribuite in Italia, e se perfino i film di grandi autori universalmente riconosciuti non vedono la luce nel mercato (basti pensare alle ultime opere di registi come Coppola o De Palma) si può immaginare come non ci sia nessuna possibilità di trovare opere prime, film sperimentali o di nicchia, produzioni di paesi lasciati fuori dalla lente d’ingrandimento del mercato globale. E qui entra in gioco lo streaming illegale, con i dibattiti che si porta dietro: secondo molti, fruire film gratuitamente è un’azione poco etica nei confronti del cinema stesso, perché comporta una sorta di attentato al mercato dei film e di conseguenza all’intera macchina cinematografica. E questo può avere senso se si pensa che qualcuno possa guardarsi gratis l’ultimo blockbuster contemporaneamente alla sua uscita nelle sale, danneggiando di fatto gli esercenti. Ma ci sono casi che sfuggono da questa logica: perché se il mercato distributivo presenta delle falle, e non riesce a garantire la visibilità a determinate opere, chi le mette in circolazione non compie un atto di sabotaggio verso le stesse, ma di amore; e lo streaming illegale diventa a questo punto l’unico modo di colmare quelle stesse falle.
La piattaforma Film Per Evolvere si inserisce in questo preciso contesto: la selezione stessa delle opere sembra rivelare un aspetto autoriale. L’estetica del sito, l’accuratezza della ricerca, la “linea” che sembra prediligere film che, spaziando tra i generi, contengano una componente illuminante o esoterica. Per evolvere, appunto. Non vi si trovano grandi blockbuster, o la serie del momento semplicemente riproposta in forma gratuita, ma proprio quei film che sarebbero altrimenti invisibili, film di grande valore che chi amministra il sito semplicemente non accetta che rimangano nell’oblio.
Quindi ecco migliaia di titoli, di registi meno noti ai più, ognuno corredato di una recensione, di locandina originale e di link (spesso diversi) che rimandano a files in alta definizione con sottotitoli annessi.
La cosa che stupisce, e che si può apprendere leggendo il blog del sito stesso, è che dietro a questo enorme lavoro di archiviazione e catalogazione non c’è un grande team, ma una persona sola, che si avvale dell’aiuto di alcuni amici subber unicamente per l’aspetto che concerne traduzione e sottotitolazione. Facciamo qualche domanda al suo creatore, che svolge questo enorme lavoro non retribuito per amore della cultura, assumendosi anche rischi di non poco conto.
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Forse la prima domanda può sembrare ovvia, ma sorge spontanea: quando e come nasce il progetto Film Per Evolvere? E ci aggiungiamo una curiosità personale: qual è stato il primo film che hai caricato sulla piattaforma?
FPE nasce nel 2009 – 2010 come semplice pagina facebook, per gioco, quando vivevo a Torino, nel bel mezzo di un percorso personale spirituale ed esoterico. Ho sempre avuto la passione per il cinema ma in quel periodo mi sono dedicato a tutti quei film che in un certo senso risuonavano con quello che stavo studiando e vivendo. Il primo film postato nella pagina fu Waking Life di Richard Linklater, un film che ho divorato e continuo a divorare di tanto in tanto, un film che mi ha aiutato a cambiare le percezioni su quella che chiamiamo realtà. Il tema dei sogni lucidi mi è sempre interessato moltissimo, ho fatto pratica, ho raggiunto piccoli risultati e tutto quello che sono riuscito a vivere come esperienza in tal senso è in quel film.
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Guardando alla proposta del sito viene spontaneo chiedersi se segui una linea di selezione ben precisa, e se applichi una tua ricerca personale alla scelta dei titoli. Con che criterio carichi i film su FPE?
La scelta dei film avviene quasi sempre in modo molto casuale se accettiamo il concetto di casualità. La verità è che amo farmi guidare da qualche segno che spunta all’improvviso durante la giornata, che mi spinge a delle piccole ricerche in senso generale e che alla fine mi portano sempre in qualche blog in qualche sito dove vengono citati libri o film per spiegare meglio determinati concetti. Amo anche caricare i film che mi vengono chiesti sul sito o sulla chat telegram. Adoro il concetto di servizio, ho affinato un buon fiuto su come e dove trovare i film e spesso ci sono utenti che non riescono a trovare alcuni titoli; se sono in linea con lo stile FPE o se guardandoli trovo qualcosa che mi interessa, sono felice di pubblicarli.
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Il cinema orientale è molto presente nel tuo archivio, e spesso abbiamo trovato con piacere film e registi importantissimi per la storia del cinema, ma assenti da qualsiasi altro servizio di accesso pubblico (streaming illegale compreso). E’ una coincidenza, o hai una particolare attenzione per il cinema orientale?
Ho sempre amato tutta la cultura orientale, l’ho sempre trovata speculare alla nostra, ricca di particolari e molto più sdottrinata dal punto di vista artistico, affrontando temi e aspetti psicologici che dai noi, purtroppo molto spesso, vengono raccontati con superficialità e pregiudizio. Adoro la loro capacità di riversare in un prodotto o in un’opera tutta la parte inconscia che da noi viene stereotipata o giudicata moralmente. I film orientali, comprese le opere di animazione hanno sempre aiutato la mia immaginazione ad andare oltre i confini tracciati dalla nostra storia culturale. C’è un mondo sconfinato in quella parte della Terra a cui faccio riferimento e che mi lega a se con un antico senso di appartenenza pur non avendo mai viaggiato in quei luoghi. Quindi, nessuna coincidenza.
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Notiamo anche la presenza di una forte componente di film di genere, in particolare horror, un genere di nicchia popolato da cult con schiere di fan maniacali, ed allo stesso tempo che può trasformarsi nel più sgrammaticato cinema commerciale. Che ne pensi a riguardo?
All’inizio l’Horror l’ho tenuto lontano da FPE. Come ogni ragazzo adolescente metallaro che si rispetti, mi sono cibato di film pieni di paura e sangue. Durante quel percorso di cui parlavo prima ho capito che la mente è il nostro giardino sacro, un giardino che risponde ad ogni impulso esterno, creando, all’interno, un universo interiore che interferisce con la nostra percezione di noi stessi e del mondo. Film, musica, letture, creano o aiutano a creare parte del nostro inconscio che, in quanto inconscio, esula dal nostro controllo. Personalmente credo che le persone che si sparano horror per tutta la vita non facciano bene a se stessi perché sollecitare la mente costantemente verso la paura e il sangue rende meno sensibili verso gli stessi temi riproposti nella realtà. Non a caso l’horror viene sempre molto proposto soprattutto in certi momenti storici. Quando il mondo diventa mostruoso si preferisce sfamare il popolo con i mostri, costringendolo ad accettare i temi dominanti della realtà che vogliono costruirci intorno. Col tempo ho ceduto alle richieste ed ho cominciato a pubblicare anche l’horror, d’altronde la crescita e l’evoluzione passa per ogni aspetto dell’esistenza e quello è un aspetto che, soprattutto ora, fa parte della nostra cultura.
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Spesso, in molti film, tra un sottotitolo e l’altro vediamo delle sigle come “srt project”, o degli inviti a partecipare con il classico “se ti diverte ed appassiona”. Da fruitori dello streaming illegale abbiamo sempre serbato un’enorme curiosità verso queste vaste comunità di subber, individui che per passione traducono i film e si occupano di mettere a sync i sottotitoli per darli in pasto a un popolo di fruitori senza guadagnarci un centesimo. Potete raccontarci qualcosa di questo mondo, e di come funziona nel vostro progetto?
Sono il fan numero uno di questi eroi di internet. Amo chi per pura passione condivide il proprio tempo senza chiedere nulla in cambio. Perché ogni sottotitolo significa tempo, la cosa più preziosa che abbiamo. Non sono tutti eroi in realtà, ho conosciuto e mi sono scontrato con personaggi che riversavano tutto il proprio ego in quei lavori, minacciando in modo esagerato chi per caso o per volontà toglieva i crediti che avevano inserito. E’ capitato anche a me, soprattutto all’inizio, di togliere qualche credito. Mi è capitato mentre tentavo ad esempio di risincronizzare alcuni sottotitoli, toglievo i crediti iniziali per avere lo stesso riferimento con i sub originali. Non credevo fosse così grave e non credevo di attirare su di me tutto l’astio che spesso è stato riversato. Col tempo ho imparato queste leggi non scritte, ho imparato a capire quel mondo e a rispettarlo pur non condividendolo a pieno. Io stesso ho tradotto molti film e ho condiviso con il popolo di internet i miei sottotitoli, non ho mai messo i crediti, non ho mai inserito riferimenti al sito. Credo nella libera divulgazione senza alcuno scopo personale, neanche quello legato al proprio tornaconto emotivo. Quando trovavo film in lingua che volevo tradurre, chiedevo in chat o su facebook (finchè esisteva la pagina fpe) se qualcuno avesse voglia di aiutarmi. Nel tempo molte persone hanno contribuito e qualcuna è rimasta tutt’oggi, come il mitico Francesco Vecchi che ormai è parte integrante di FPE.
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Esiste una comunità di traduttori trasversale ai principali siti di streaming italiani? O sono degli individui isolati, magari in contatto tra di loro, ma che lavorano da soli?
Per quanto mi riguarda ho collaborato solamente con individui lontani dai principali gruppi di traduttori, persone che, da fruitori del sito, hanno voluto spontaneamente dare una mano, anche come prima esperienza. Ho fatto in modo di lasciare sul sito la loro traccia, postando i loro riferimenti social o le loro mail. Grazie a questo, alcuni di loro hanno trovato lavoretti esterni a FPE anche di notevole importanza, come ad esempio ingaggi per tradurre film alle selezioni dei festival o per qualche piccola casa di produzione cinematografica.
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Spesso nel tuo blog parli del desiderio di rendere FPE un progetto collettivo. Ci siamo quindi domandati se fosse esistito da parte tua, o da parte dei gestori di un altro sito streaming, la volontà di unire i vostri progetti per poter lavorare uniti. Esiste una comunicazione tra voi ed altri siti di streaming “pirata”, come ad esempio CB01, o Alta Definizione?
Citando una poesia di Jodoroswky “Amo collaborare e non competere”. Ho sempre cercato la collettività per ogni progetto in cui mi sono immerso. Credo che la cosa più umanamente significativa sia la capacità e la volontà dell’uomo di fare rete nel senso più bello del termine. In un mondo che ci divide, ci distanzia e ci addestra all’individualismo, riuscire a far parte di un progetto collettivo, soprattutto senza scopi di lucro, credo significhi molto, significa restare umani e tornare ad esserlo. Gli umani da soli morirebbero in qualsiasi tipo di condizione, eppure si lasciano convincere dal pastore che l’unione è pericolosa e fuorviante. CB01 o Altadefinizione sono lontanissimi dal senso di FPE. Sono siti dove la quantità è più importante della qualità, sono progetti nati per avere un riscontro economico, sono gestiti da team numerosi ed ho come l’impressione che dietro a quei progetti ci siamo personaggi con le spalle ben coperte, questo aprirebbe dei discorsi che molte persone definirebbero “complottistici”. Nel tempo ho avuto anche scontri con altri siti minori di cui non faccio il nome, siti che per me erano stati addirittura dei punti di riferimento per anni, ma che ahimè, anche in quel caso erano dominati dall’ego e dalla competizione. La cosa divertente è che ho notato come per molti era inconcepibile che un progetto come FPE, nato per gioco, e gestito ancora oggi per gioco, non avesse alcun introito, non avesse un personaggio a capo che ci mettesse il volto per essere riconosciuto o seguito, nonostante negli anni sia arrivato ad avere anche 500.000 visitatori al mese. Ho conosciuto personaggi, gestori di siti simili al mio, che sfruttando la notorietà del progetto si sono autonominati guru del cinema, hanno costruito una base di adepti che puntualmente si scagliavano contro o a favore di questo o quel sito a seconda delle direzioni che venivano date dall’alto. Tutto questo l’ho trovato molto triste ma nello stesso tempo molto umano, riscontrando per l’ennesima volta, quanto i meccanismi interiori che gestiscono la nostra vita all’esterno siano i medesimi che vengono poi riproposti nell’etere. Internet non è un mondo virtuale, internet è più reale della realtà per certi versi, un luogo impalpabile ma visitabile dove vengono riversati tutti i lati di tutte le personalità che nella vita di tutti i giorni nascondiamo intimamente agli sguardi degli altri.
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Il tuo è un lavoro ammirevole ed utilissimo di divulgazione culturale. FPE è uno dei pochi luoghi sul web italiano in cui poter trovare materiale tanto raro. Il tuo servizio è di innegabile valore, ma allo stesso tempo è chiaro che si svolge nell’ambito classico della “pirateria”. Da un lato promuovi il lavoro di un regista, dall’altro non offri il riconoscimento derivato dal diritto di autore. Credi che, nel mondo contemporaneo, questo tipo di ragionamento sia ancora valido?
Leggendo questa domanda pensavo di dare una lunga risposta, un monologo che spieghi come la penso veramente a riguardo. Ho optato per la sintesi invece. I pirati non siamo noi, i pirati sono le istituzioni, da sempre. Noi siamo piccole sacche di resistenza all’interno di un tritacarne. Non è certo un progetto come FPE a togliere i soldi a qualcuno, ho optato anche per non risultare più nei motori di ricerca. Promuovo dei film che nella maggior parte dei casi non verranno neanche proiettati nelle nostre sale, che per scelta allontanano il pubblico da prodotti che tentano di scalfire il loro progetto di un pensiero unico universale, di un’etica precostituita, di valori predeterminati da infilare nei cervelli di chi passivamente si siede a guardare.
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Negli ultimi dieci anni, il tuo sito ha visto crescere o diminuire gli utenti? Per quale motivo secondo te?
Negli anni ci sono sempre stati dei picchi verso l’alto o verso il basso derivanti dal tempo che dedico al progetto. Ci sono stati momenti che ho mollato i remi perché la vita necessitava di maggiore attenzione, ci sono stati momenti in cui la mia vita era FPE perché avevo molto più tempo a disposizione. Molte volte FPE mi ha salvato la vita, distogliendomi da problemi enormi, me l’ha salvata con l’amore di tante persone che hanno speso parole piene d’amore nei confronti di questa persona misteriosa che lavorava di notte dietro questo sito. Altre volte invece mi ha tolto energia in momenti in cui avrei avuto bisogno di una pausa, ma che per rispetto degli utenti e delle loro intriganti richieste, non mi sono preso. Poi ci sono state almeno 4 chiusure e 4 rinascite. L’ultima grazie a un gruppo di ragazzi che spontaneamente hanno ricostruito tutto, dopo che la polizia postale aveva chiuso l’ultimo FPE. Persone bellissime che ci hanno messo tempo, idee ed anche qualche soldo, senza chiedere mai nulla in cambio, solo per far sì che questo progetto rimanesse vivo.
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Nel 2012 Megavideo venne chiuso da un giorno all’altro, e il leggendario Kim Dotcom veniva perfino arrestato. All’epoca la pirateria era veramente sotto i riflettori, ed era vista come qualcosa di pericoloso (basti pensare al famoso spot proiettato prima di un film “Ruberesti mai un’auto?”), e di diametralmente opposto a un mercato del cinema in salute. Oggi la pirateria non è più sotto i riflettori, è cambiato qualcosa in questi anni? E’ diventato meno pericoloso esporsi nella creazione di progetti come il tuo?
Quando non puoi batterli, unisciti a loro e prendi il controllo. La pirateria oggi non esiste. I siti che nascono per ospitare i file video sono migliaia, tutti ti garantiscono spazio illimitato gratis e tutti si prendono l’onere di rispondere personalmente dei problemi sui diritti d’autore. Sono pieni di pubblicità e sono gestiti dagli stessi “capitali” che gestiscono cinema ed intrattenimento, in più ci sono gli abbonamenti alle flat internet, aggiungiamo reti sempre più veloci, pc sempre più performanti, hardisk sempre più grandi e la volontà dei padroni del mondo di tenerci “zitti e buoni” dietro ad un monitor. Il problema c’è quando decidi di trattenere in un server di tua proprietà i file protetti da copyright. Megavideo fu il loro nemico ed oggi quello stesso concetto è la loro forza, semplicemente se ne sono impossessati. Seguendo i soldi troverai sempre i capi. Esilarante è sapere che tutti questi siti di hosting sono gestiti dalle case pornografiche che sono legate agli stessi personaggi che poi gestiscono l’intrattenimento. Basta guardare le pubblicità che promuovono e le percentuali che ti garantiscono sfruttando quelle reti di pubblicità.
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Molte persone nate negli anni 90 sono cresciute guardando i film in streaming su siti come il tuo. Del resto lo streaming era un on demand ante litteram, ma richiedeva comunque uno sforzo di ricerca da parte dello spettatore. Oggi invece molti si adagiano sulla proposta di Netflix, Amazon, o Mubi (pensando a diversi tipi di offerta) per una pura questione di comodità. Pensi che questi servizi abbiano allontanato degli utenti dal tuo progetto? Che effetto hanno sulla cultura cinematografica degli spettatori?
Sinceramente non l’ho mai vista in questi termini. Credo che il mio progetto non c’entri nulla con tutto questo, non tanto dal punto di vista dei contenuti, quanto dal punto di vista delle intenzioni. Il mondo sta andando verso l’accentramento di tutti i poteri nelle mani di pochissimi, come è sempre stato. Oggi la tecnologia sta esasperando questi concetti che abbiamo sempre saputo ma che oggi, per loro, sono tutto ciò che hanno sempre desiderato. Il controllo totale. Le persone sono state capillarmente addestrate a delegare le proprie scelte. (Basta guardare quello che è successo negli ultimi due anni). Dalle sculture e i quadri dell’antichità, passando per la stampa, la radio, la televisione, fino ad arrivare ad oggi all’implementazione di tutto quello pocanzi elencato nel palmo e nel cervello di ogni singolo cittadino. 1984 di Orwell non era un’opera di fantasia, era ed è una finestra su un futuro presente che si sta avvicinando a velocità supersonica, non a noi, ma contro di noi.
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Ritieni che il catalogo asfissiante e la passività indotta agli spettatori dei servizi streaming a pagamento stia riducendo la libertà degli utenti o la capacità di giovani autori di fare scelte coraggiose non uniformi a un gusto preponderante (tanto da direzionare il linguaggio del cinema)?
Per quanto riguarda la libertà e la passività degli spettatori credo di aver già risposto nella precedente domanda. Per quanto concerne i giovani autori, dipende dalle loro aspirazioni. Se le loro aspirazioni mirano al successo e ai soldi è naturale, come è sempre stato anche per pittori o musicisti, che seguire le direttive imposte dall’alto assicuri loro ciò a cui ambiscono. Veloce sarà la loro scalata, senza intoppi e piena di fama e riconoscimento. Basta ad esempio ricordare le linee guida per ambire agli oscar inserite in questi tempi grigi dominati dal pensiero unico farcito dal più surreale politicamente corretto. L’inclusione è una parola orwelliana che nasconde pericolose derive. Per fortuna ci sono e ci saranno sempre persone libere a cui frega poco di quella scalata sanguinaria verso la fama. Fortunatamente la tecnologia ha risvolti anche positivi e ad oggi è possibile fare dei buoni prodotti senza grandi capitali. FPE guarda in quella direzione e celebra la libertà, non solo d’espressione, la libertà d’Essere.
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Oltre al fattore economico, che cosa ti differenzia dagli streaming a pagamento? E dagli altri siti di streaming illegali?
Sinceramente è una domanda da fare a chi segue il mio sito. Io non ci ho mai pensato, io non mi sono mai neanche accorto, fino a poco tempo fa, di quanto fosse vasto il pubblico di FPE, di quanto fosse importante per loro, di quanto esteso fosse il suo raggio. Ho ricevuto messaggi di ringraziamento da registi anche importanti che lo hanno usato per i loro studi, ho ricevuto saluti da persone che si sono incontrate ai vari festival del cinema e che si sono ritrovati a parlare di FPE, ho ricevuto innumerevoli messaggi che forse un giorno pubblicherò che vanno ben oltre il riconoscimento del progetto, si spingono verso il cuore vero e proprio, come se, attraverso il mezzo si sia potuto trascendere lo spazio e il tempo fino ad arrivare ad un contatto vero e proprio, ad una intellegibilità delle anime attraverso questo mezzo. Forse, pensandoci bene, la differenza più grande è che FPE è un’estensione del mio percorso nella vita reale, è legato ad una persona ben precisa e ne contiene tante sfumature, FPE è un rito, un sigillo alchemico. Dopotutto non sono un cinefilo, non mi piacciono i cinefili, non mi piacciono i festival, non mi piace quando qualcosa diviene un culto. Del cinema mi interessa il contenuto e l’astrazione delle nostre domande su di noi e su quella che chiamiamo realtà. Col tempo oltre le parti di me, si sono aggiunte le parti di altre persone, persone che mi hanno scritto, che hanno richiesto qualcosa, che me l’hanno fatta conoscere e amare. Quindi si, alla fine FPE è un progetto collettivo e forse questa è la sua forza, è più come un quadro dove ognuno può mettere la propria pennellata. Abbiamo una chat su telegram, completamente anarchica, gli amministratori è come se non esistessero, non esiste censura di nessun tipo, non esiste moderazione, si parla di tutto, ci si scambia di tutto. Una volta entrò un tipo che mandava audio dove reppava frasi a cavolo, che non c’entravano nulla col cinema o con ciò di cui parlavamo, era il classico disturbatore, ma era simpatico, e dopo un po’ divenne parte integrante delle nostre serate in chat, ora che è sparito, ci manca a tutti.(rido).
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Un’altra differenza tra i vari siti di streaming e il tuo è lo spazio che concedi all’invio spontaneo di opere da parte degli stessi autori. È un’operazione estremamente generosa, soprattutto pensando a chi per mancanza di budget o di contatti non riesce ad accedere ai circuiti dei festival o delle sale. È ormai noto come anche i maggiori festival ormai richiedano la garanzia di un distributore, che chiaramente pretende un esborso notevole per dare visibilità al film. Questo naturalmente taglia fuori dal giro tante opere che magari hanno grande potenziale o valore. Come mai hai deciso di offrigli uno spazio? E ti è mai capitato che ti inviassero qualche lavoro artisticamente notevole? In generale hai rapporti con i registi che ospiti sul sito?
L’idea di ospitare dei lavori di artisti emergenti mi è venuta quando sono venuto in contatto con alcuni di loro che mi richiedevano dei film per i loro studi. Siccome mi piace il contatto e se posso cerco sempre di rispondere e conoscere chi mi scrive, ho scoperto questo mondo sommerso raccontato dal loro punto di vista. E’ stato naturale poi offrire loro questa opportunità, anche se, come detto in precedenza ho sempre sottovalutato la portata di FPE. All’inizio è stato surreale, ero io che ringraziavo loro di questo onore. Mi hanno inviato lavori di tutti i tipi, lavori amatoriali e lavori professionali, film che hanno girato festival per l’ europa e film che sono esperimenti alle prime armi. E’ stato bellissimo ed emozionante guardarli tutti senza differenza tra chi è un aspirante regista e chi un regista lo è, un esempio su tutti è stato Davide Dapporto che ci teneva affinché il suo film 41° Parallelo, vincitore di alcuni premi e passato anche a Cannes, fosse su FPE. Ripeto per me sono state esperienze surreali, dopotutto il sito per me è un bellissimo gioco senza pretese, ma col tempo ho scoperto essere un piccolissimo tesoro da custodire finché ne avrò la possibilità.
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Come evolverà FPE nel prossimo futuro?
E chi lo sa ? Come evolverà Marco nel prossimo futuro ? Ho tante idee, vorrei creare dei contenuti su youtube, tipo recensioni dei film che abbiamo tradotto per FPE. Non le classiche recensioni, qualcosa più in linea con il sito, qualcosa che somigli più alla sua natura. FPE è un flusso di coscienza, poca mente e tanta anima. Ah ! Mi piacerebbe realizzare dei film insieme agli utenti, sperimentare quella collettività nel concreto, dove ognuno può girare qualcosa legato ad un certo concetto e poi montare insieme tutte quelle immagini intime trasformandole in un messaggio, in un segno del nostro girovagare in cerca del senso di questa vita che si nasconde e si rivela nell’arte, l’arte utile per guarire.
vi ho conosciuto grazie al capolavoro “the incident”
grandissimi FPE!