INNOCENCE [SubITA]

Titolo originale: Innocence
Paese di produzione: Francia
Anno: 2004
Durata: 122 min.
Genere: Drammatico, Erotico
Regia: Lucile Hadzihalilovic

Da qualche parte, in una foresta, c’è una scuola isolata dal mondo. Le piccole alunne che la frequentano imparano a danzare e studiano le scienze naturali, le nuove arrivate vi giungono in una bara…

Non ho l’età?

Vi è un posto sperduto nel bosco, lontano da tutto e da tutti, dove gli occhi indiscreti del mondo esterno non possono e non devono arrivare. Un luogo dove accadono cose strane, apparentemente inspiegabili. È una sorta di collegio, ma per sole bambine, che vi entrano rinchiuse in una bara…
La regista Lucile Hadzihalilovic è una vera e proprio ammaliatrice, una raffinata visionaria che riesce ad incollare lo spettatore allo schermo per ore, senza che questo ne avverta il peso, quasi fosse mezzo “narcotizzato” e in balia dalla sua poetica. Perché Innocence è l’apoteosi della cura e della bellezza, della pulizia e dell’eleganza, tutte accezioni molto spesso pericolose da rintracciare in un film, ma che nelle mani della regista diventano evidente punto di forza. Siamo ben lontani dalla ricercatezza fighettina che tanto va di modo negli ultimi tempi, quella molto ben confezionata ma piena zeppa del nulla più imbarazzante, per intenderci. Perché oltre il manierismo qui c’è anche qualcosa di profondo da dire e trasmettere, senza fastidiose moralette annesse e connesse ma anzi con la premura di non banalizzare né strumentalizzare delicati come la sessualità, la scoperta del proprio corpo e del piacere, e la relativa dell’innocenza. L’unica ad abilmente strumentalizzata è proprio l’immagine, che diventa il solo e peculiare mezzo attraverso il quale innescare un meccanismo di allegorie, rimandi e veli, a dir poco incessante.

Innocence riesce a connettere sguardo, mente e corpo, con una semplicità disarmante, quasi fosse il gioco più facile del mondo. È un viaggio di sola andata, che proprio non intende accompagnare lo spettatore ad un qualsivoglia capolinea: l’intento è piuttosto quello di tracciare un percorso a ostacoli, attraverso mille voltafaccia – dalle sottili venature horror si passa a una sottile linea erotica e morbosa – e una continua sospensione. Almeno fino ad un certo punto, quando ormai soddisfatta d’aver tenuto abilmente per le palle lo spettatore, per quasi due ore, la Hadzihalilovic lo ripaga cinicamente con un bel ceffone in faccia, mandando a monte la dolcezza, l’eleganza e la che tanto avevano assuefatto l’intera visione. Un film intimo, morboso, serpeggiante e spesso inquietante: scorre sotto pelle e occupa i pensieri senza chiedere il permesso. Per goderne a pieno, si consiglia di non lasciar spazio a dubbi o inutili domande: come dice il sommo poeta (nel film Bios), la verità non è mai una sola, semmai è na sòla…

Da notare: Anche nel precedente mediometraggio della regista, La Bouche De Jean Pierre, si prende in esame la sessualità in rapporto ai bambini, anche se qui la morbosità, la tristezza, e soprattutto l’erotismo malato sono molto più accentuati e sviluppati, rispetto ad Innocence.

Recensione: bizzarrocinema.it

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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